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Ambizione climatica & agricoltura

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Climate leadership for agriculture-driven companiesClimate leadership for agriculture-driven companies

Pochi sistemi economici umani sono in primo piano come l’agricoltura. Il settore AFOLU (agricoltura, silvicoltura e altri usi del suolo) ha contribuito al 13-21% delle emissioni globali di gas serra di origine antropica tra il 2010 e il 2019, diventando così uno dei principali motori del cambiamento climatico e un settore in prima linea per quanto riguarda i suoi impatti.

La disruption è già in atto e si fa sentire in tutto il settore agricolo. La siccità sta riducendo le rese del cacao in Africa occidentale, le piantagioni di caffè si stanno spostando a quote più elevate e i parassiti stanno colpendo le colture di arance. L’uva da vino matura prima, mentre le principali colture a filari come mais, soia e grano sono sempre più esposte a caldo, siccità e condizioni climatiche estreme. Sebbene alcune aree geografiche sembrino averne un guadagno, a breve termine, la tendenza indica un aumento dei rischi legati al clima nel lungo periodo. Allo stesso tempo, pressioni legate al degrado del suolo, alla scarsità d’acqua e alla perdita di biodiversità stanno mettendo a dura prova la resilienza dei sistemi agricoli.

Mentre singole aziende hanno assunto impegni forti in materia di sostenibilità, la loro attuazione su larga scala rimane una sfida. In una survey Quantis del 2024 condotta su oltre 600 professionisti del settore alimentare e delle bevande, solo il 30% si è detto fiducioso che le proprie aziende raggiungeranno gli obiettivi climatici entro il 2030.

Uno dei maggiori ostacoli è rappresentato dal cambiamento delle aspettative. La Land Sector and Removals Guidance (LSRG) del Greenhouse Gas Protocol è pronta a diventare lo standard di riferimento per la misurazione, la rendicontazione e la dichiarazione delle emissioni e delle rimozioni legate all’uso del suolo . Ma i ritardi nella pubblicazione e la mancanza di chiarezza su cosa comporterà la nuova guida hanno lasciato spazio a dubbi interpretativi.

Con la LSRG (attesa per il quarto trimestre del 2025) che alzerà il livello atteso in metaria di misurazione, monitoraggio e tracciabilità nella rendicontazione di Scope3, le aziende dovranno affrontare nuove sfide – ma anche nuove opportunità – per gestire gli sforzi di sostenibilità nelle loro catene di fornitura.

L’esitazione è comprensibile, soprattutto quando il ritorno degli investimenti dipende dall’allineamento a standard in evoluzione. Ma l’urgenza dell’azione per il clima non lascia tempo per gli indugi. Le aziende possono – e devono – coinvolgere ora le loro Supply Chain e investire nella tracciabilità.

In questo articolo, analizziamo ciò che è già chiaro nella LSRG, ciò che è ancora in evoluzione e ciò che le aziende – in particolare quelle legate al settore agricolo – possono fare oggi per essere leader.

GHGP LSRG: cosa è già stabilito e cosa è ancora in evoluzione

La bozza 2022 del Greenhouse Gas Protocol’s Land Sector and Removals Guidance (GHGP LSRG) non si limita ad alzare le aspettative, ma pone nuove basi. Per la prima volta, le aziende hanno a disposizione un quadro di riferimento scientificamente fondato per contabilizzare in modo coerente le emissioni e le rimozioni legate all’uso del suolo lungo le loro catene del valore. Ecco cosa sappiamo:

Cosa è già stato stabilito:

Diversi principi fondamentali sono già stati fissati:

  • Le emissioni legate al suolo devono essere completamente contabilizzate. Includendo le emissioni derivanti dal cambio d’uso del suolo (ad esempio, deforestazione, occupazione del suolo, leakage) e dalla gestione del suolo (ad esempio, allevamento, uso di fertilizzanti e perdita di carbonio nel suolo).
  • Le rimozioni sono ora incluse negli inventari aziendali. Ciò significa che le rimozioni saranno riconosciute come una valida leva di mitigazione all’interno della più ampia gerarchia di mitigazione. Questo incoraggia le aziende a perseguire azioni lungo le loro catene di approvvigionamento per ridurre le emissioni e migliorare il sequestro del carbonio.
  • La contabilizzazione dell’inventario emissivo è obbligatoria per la rendicontazione Scope 3. Le aziende devono includere coerentemente le emissioni e gli assorbimenti del suolo nei loro inventari della catena del valore.
  • La rendicontazione degli interventi può essere riportata separatamente per supportare il processo decisionale interno, ma non sostituisce la Rendicontazione/calcolo dell’inventario/bilancio delle emissioni.

Nelle parole di Alejandra Bosch del GHG Protocol:

L’ obiettivo di un inventario è quello di rappresentare accuratamente l’entità delle emissioni e degli assorbimenti, perché gli inventari sono uno strumento per informare le decisioni e guidare l’azione”.

Cosa si sta ancora elaborando:

Alcuni elementi critici – in particolare la tracciabilità e l’attuazione – sono ancora in discussione nell’ambito del workstream “Azioni e strumenti di mercato” di GHGP.
Gli ambiti su cui il framework sta ancora evolvendo sono:

  • La tracciabilità fisica: sarà necessaria per dichiarare le emissioni o gli assorbimenti a livello di singola azienda agricola. Gli approcci accettabili (ad esempio, identity preservation, segregation o bilancio di massa) sono ancora in fase di revisione.
  • Evidenze tecniche, quali:
    • Come quantificare e segnalare in modo credibile le rimozioni nei diversi sistemi agricoli,
    • Come allocare emissioni, rimozioni e inversioni rispetto ai parametri del tempo, delle colture e degli attori
    • Livello di sufficienza per il monitoraggio e la qualità dei dati per la segnalazione delle rimozioni SOC (acronimo inglese di Soil Organic Carbon = Carbone organico del suolo)
  • Contabilità del carbonio forestale
    • GHGP sta ancora determinando come quantificare e trattare il fenomeno del leakage agricolo per garantire che le aziende catturino al meglio gli impatti dell’agricoltura a livello sistemico.

Nonostante questi punti aperti, non è indispensabile aspettare la versione 1.0 o 1.1 per iniziare. I primi ad agire – che inseriranno la tracciabilità nelle loro attività fin dalle fondamenta – saranno meglio posizionati per essere leader climatici, forefront runner rispetto a Scope 3 e beyond compliance.

Sei un’azienda? Come agire

1. Comprendere i rischi e le opportunità della catena del valore

Comprendere i rischi climatici e le opportunità di leadership all'interno della vostra catena di fornitura

Un’azione efficace per il clima inizia con la massima visibilità della catena di approvvigionamento, che si traduce nella mappatura delle aree chiave di approvvigionamento in base al volume, all’impatto e all’importanza strategica. È imperativo identificare dove i rischi climatici sono più elevati e dove esistono le maggiori opportunità per ridurre le emissioni e costruire la resilienza. Strumenti come eQosphere e Field Explorer di Indigo Ag possono aiutare a individuare punti chiave in cui l’adozione di pratiche rigenerative o altri cambiamenti si tradurranno nel massimo valore.

Si tratta di una gestione intelligente del rischio. In un contesto di condizioni meteorologiche estreme, instabilità possibili nelle dinamiche commerciali e della manodopera in grado di impattare sulle catene di approvvigionamento globali, avere chiara visibilità consente di muoversi in maniera proattiva, sia strategica che tattica, per evitare interruzioni, proteggere i margini e garantire le forniture.

La posta in gioco si sta alzando rapidamente: la resa globale delle colture potrebbe diminuire fino al 35% entro il 2050 a causa dell’aumento dei fattori di stress ambientale. È essenziale capire la propria esposizione e agire tempestivamente.

Allo stesso tempo, possedere questo tipo di informazioni rappresenta la base per la tracciabilità – requisito previsto dall’imminente GHGP LSRG per dichiarare in modo credibile le riduzioni e le rimozioni Scope 3. Quelle aziende che gettano oggi queste basi saranno le meglio posizionate per agire, costruire la resilienza e rimanere al passo con gli standard in evoluzione.

2. Costruire il business case della sostenibilità per il leadership team

Costruire il business case del clima per il vostro team di leadership

Al di là delle emissioni, l’agricoltura sostenibile può rafforzare la strategia di sostenibilità complessiva di un’azienda. Le pratiche rigenerative migliorano la qualità dell’acqua, sostengono le rese e creano una resilienza a lungo termine delle forniture, riducendo l’esposizione a shock futuri. Questi co-benefici sono oggi misurabili e comunicabili, anche se il contesto del “removals accounting” continua ad evolvere.

Per garantirne il valore reale, le decisioni di investimento devono essere legate alla catena del valore. Le direzioni finanziaria e di sostenibilità trovano un punto di incontro comune nell’analisi del rischio: le perturbazioni causate dal cambiamento climatico stanno già facendo aumentare i costi e limitando l’offerta. La volatilità dei rendimenti e dei prezzi non è più un’ipotesi, ma ha già un impatto sui margini. Ancora una volta, direzioni e società leader rispetto al fattore tempo saranno meglio posizionate per proteggere la continuità dei business.

Le aziende possono iniziare a coinvolgere gli agricoltori in pratiche con chiari benefici in termini di emissioni, come il bilanciamento degli apporti di azoto. Ambiti nei quali le regole di rendicontazione sono più consolidate e gli impatti possono essere comunicati oggi con rischi minimi.

I progetti virtuosi sono accomunati da caratteristiche chiave: dimostrano con i dati le riduzioni di emissioni, rafforzano la sicurezza dell’approvvigionamento e restituiscono performance affidabili, non solo in teoria, ma anche nella pratica.

3. Attivare il Green Procurement

Dare potere agli approvvigionamenti per coinvolgere i fornitori e gli agricoltori sul clima

Uno dei maggiori ostacoli all’adattamento al clima è la complessità della catena di approvvigionamento. Il 42% delle aziende menzionava l’opacità della catena di fornitura come la sfida principale per l’integrazione della sostenibilità nel business quotidiano. Senza la necessaria trasparenza, è difficile valutare i rischi, applicare gli standard o soddisfare le richieste normative.

E’ però possibile trasformare la complessità in un’opportunità strategica. Le aziende che investono nella tracciabilità e nel resilient sourcing ottengono un vantaggio competitivo, migliorando la visibilità, riducendo i rischi e rimanendo al passo con le aspettative degli stakeholder.

Per cogliere questa opportunità, i team che si occupano di sostenibilità devono mettere a disposizione delle direzioni acquisti gli strumenti, i dati e i quadri decisionali. Nella pratica:

  • Creando playbook con le migliori prassi per il sourcing, complete di indicazioni specifiche per aree geografiche, colture e prassi sostenibili;
  • Includendo KPI climatici nelle scorecard dei fornitori, nelle RFP e nei contratti;
  • Dotando i team di strumenti pratici, quali cruscotti delle emissioni, mappe dei bacini di approvvigionamento (supply shed ) e modelli di rischio;
  • Integrando la sostenibilità nei sistemi di procurement;
  • Formando i buyer e i category manager sul tema dell’ingaggio dei fornitori e dell’azione sui dati di sostenibilità.

Laddove la tracciabilità dei fornitori è limitata, il modello supply shed aiuta a definire quali aree geografiche e quali gruppi di fornitori potrebbero essere oggetto di intervento prioritario. Sostenuto dalla Value Change Initiative e da SBTi, consente alle aziende di implementare interventi sulla catena del valore – come pratiche rigenerative o ottimizzazione dei fertilizzanti – mantenendo l’allineamento con gli obiettivi Scope 3.

I fornitori di primo livello (Tier 1) e le cooperative svolgono un ruolo cruciale in questa direzione e gli strumenti di Indigo Ag possono supportarne l’identificazione, il coinvolgimento e il monitoraggio dell’impatto.

Se dotati degli strumenti, della formazione e degli incentivi giusti, le direzioni acquisti diventano uno dei motori più potenti per ottenere risultati climatici e di resilienza più ampi all’interno dell’azienda.

Per garantire la continuità del business, i team del procurement devono poter monitorare i progressi – volumi impattati, le emissioni ridotte, i benefici ottenuti e poter collegare questi risultati alle performance dei fornitori e alle decisioni di sourcing.

4. Investire in azioni sul campo e raccogliere dati fin dall’inizio.

Iniziare a investire nell'azione per il clima sul campo - e raccogliere dati fin dall'inizio

Per essere pronte a rendicontare le emissioni land-based, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e compiere progressi misurabili una volta che il framework LSRG sarà finalizzato, le aziende dovrebbero iniziare a costruire una sustainable crop supply fin da ora. La maggior parte delle aziende vuole vedere una maggiore adozione dell’agricoltura rigenerativa nelle proprie filiere, ma per ottenere questo cambiamento è necessaria l’adesione degli agricoltori. Anche un’azione su piccola scala oggi può creare uno slancio significativo e orientato al futuro.

I progetti pilota sono un modo efficace per iniziare. Si tratta di programmi piccoli, che però generano storie di successo e dati reali, utili per il lavoro di altri agricoltori. Inoltre, forniscono alle aziende preziose informazioni sulle realtà locali, sui punti dolenti così come su ciò che serve per creare fiducia e promuovere l’adozione su scala più ampia.
Nonostante gli evidenti benefici delle pratiche rigenerative, l’adozione rimane bassa a causa di una serie di barriere finanziarie, sociali e culturali. I primi esempi di successo possono aiutare a superare le resistenze, informare le strategie di engagement e accelerare un’adozione più ampia.

La scalabilità del sourcing sostenibile è uno sforzo a lungo termine, che inizia sul campo. Le pratiche dovranno essere adattate area geografica per area geografica, azienda per azienda. Ciò che funziona in un contesto può fallire in un altro. Lasciare spazio alla sperimentazione e all’apprendimento è essenziale per creare cambiamenti duraturi e scalabili nella catena di approvvigionamento. Non si tratta di un interruttore che le aziende possono azionare una volta che le regole sono state finalizzate: è un lavoro che deve iniziare con largo anticipo.

In conclusione: agire ora lungo le catene del valore!

Nonostante l’incertezza residua rispetto agli standard di rendicontazione, le aziende hanno molti modi per iniziare a fare progressi nelle loro filiere agricole. Anche se il processo può essere complesso, nell’articolo abbiamo presentato diverse possibili opportunità per le aziende per avere un impatto profondo sulle loro decisioni di approvvigionamento e migliorare la sicurezza della value catena.

Per le aziende radicate nell’agricoltura, il percorso da seguire è chiaro: agire ora per incorporare la tracciabilità, la resilienza e l’azione locale nelle catene di approvvigionamento non significa solo essere all’avanguardia rispetto ai requisiti GHGP LSRG, ma anche garantire il futuro della propria attività. Le aziende che guideranno questo cambiamento plasmeranno il futuro di un agricoltura migliore per i business e per il pianeta.

Affianchiamo le società clienti in ogni tappa del percorso di trasformazione sostenibile del business.

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