Sul tema della Natura, i CSO dovranno assicurarsi il consenso degli stessi colleghi e colleghe che potrebbe essere stato difficile convincere all'azione climatica o ad ingaggiarsi nei confronti della sostenibilità in senso più ampio.
In breve:
- Grazie alle ricerche scientifiche che evidenziano l’intersezione tra i temi della Natura e quelli della crisi climatica, i Chief Sustainability Officer (CSO, Responsabili della sostenibilità) possono dimostrare come la tutela della Natura sia essenziale per il conseguimento degli obiettivi climatici.
- Facendo appello ad una comunicazione emozionale e valoriale e utilizzando messaggi mirati per enfatizzare sia i rischi sia le opportunità, i CSO possono coinvolgere efficacemente ed ingaggiare gli stakeholder dei vari reparti aziendali e allineare CEO, CFO, COO, product manager e tutti i dirigenti all’agenda della Natura.
- La capacità di definire il significato di Natura all’interno dell’organizzazione, di trovare soluzioni al ridotto coinvolgimento degli stakeholder e di fare leva sulle infrastrutture esistenti favorisce il consenso interno e rende operativa la strategia dell’azienda sulla Natura, migliorando in ultima analisi la resilienza, l’innovazione e la creazione di valore a lungo termine.
I team di sostenibilità hanno parecchio a cui pensare. Avvertendo la pressione di investitori, consumatori e colleghi, intenzionati ad andare oltre e agire più efficacemente a favore del clima, i Chief Sustainability Officer (CSO) operano con grande impegno per imprimere slancio all’azienda, guidando e incoraggiando i team di tutti i reparti ad aderire alla strategia sul clima.
Ora i CSO hanno una priorità altrettanto importante da affrontare: la Natura. Il rapido declino dei nostri ecosistemi naturali rappresenta, infatti, un grave rischio per le imprese, che già subiscono costosi disservizi a causa del depauperamento della Natura. Le ragioni che spingono le aziende a tutelare e valorizzare Natura e biodiversità sono chiare: un’impresa può prosperare solo nel contesto di una Natura prospera.
Il mondo finanziario ne ha preso atto e, a seguito dell’allarme degli investitori, i responsabili politici e i legislatori si stanno muovendo. Presto le aziende saranno tenute a indicare il proprio impatto e la propria dipendenza riguardo alla Natura, con i relativi rischi finanziari. Tuttavia, la maggior parte dei responsabili funzionali deve ancora cogliere l’importanza di questo tema, perciò la prossima sfida dei CSO è convincere i propri colleghi e colleghe ad abbracciare la Natura.
Ecco in che modo un CSO può guidare gli stakeholder interni verso un mondo nature-positive.
La Natura non come percorso secondario, bensì come strada principale verso gli obiettivi climatici
Benché la prospettiva di mobilitare gli stakeholder interni su “un’altra” crisi possa sembrare scoraggiante, l’interconnessione tra le emergenze climatiche e quelle della Natura le rende in realtà unite nella stessa sfida. Pertanto, buona parte del lavoro preparatorio per affrontare il depauperamento della Natura è già stato effettuato nell’ambito degli impegni societari a favore del clima. E laddove le aziende non riescono a tener fede alle proprie ambizioni sul clima, la Natura offre risposte. I CSO possono inquadrare le azioni di contrasto alla crisi della Natura come un’opportunità per uscire dalla “routine” climatica.
L’analisi del WWF e di Boston Consulting Group sui potenziali benefici e rischi per la Natura derivanti dal rapido passaggio a sistemi di energia pulita è un buon esempio pertinente. I nostri ecosistemi fungono da pozzi naturali di carbonio, assorbendo grandi quantità di emissioni di gas serra. Anche se rappresentano solo il 3% della superficie terrestre, le torbiere immagazzinano quasi un terzo del carbonio presente del suolo, mentre le mangrovie possono assorbire fino al 50% di carbonio in più rispetto alle foreste tropicali. Conservare e ripristinare le nostre terre e i nostri oceani è imprescindibile per limitare le emissioni di carbonio e adattarsi agli impatti già percepibili.
Come sottolineano numerosi organismi delle Nazioni Unite e molte ONG: gli obiettivi climatici non potranno essere raggiunti se non si inverte il depauperamento della Natura, ma molti interventi sulla Natura sono a sostegno del clima e viceversa. L’integrazione della Natura nelle strategie di sostenibilità offre alle aziende l’opportunità di affrontare le sfide da una prospettiva nuova e più efficace. La Natura funge da ponte tra tutti gli aspetti ambientali: dal clima all’acqua, dalla biodiversità alla plastica, ma non solo.
Non si può nascondere questo problema e adesso è altrettanto importante che le aziende integrino strategie, azioni e piani basati sulla Natura. In questo contesto, i CSO dovranno assicurarsi il consenso degli stessi colleghi e colleghe che potrebbe essere stato difficile convincere a proposito delle azioni per il clima o della sostenibilità in generale.
Come comunicare con gli stakeholder: dal CMO al CFO
La buona notizia è che, parlando di Natura, cibo ed esseri viventi, è possibile fare appello alle emozioni in modo più profondo rispetto a quando si dibatte sul carbonio. Sempre più persone si appassionano all’idea di salvare il pianeta. La Natura parla ai nostri valori, sul piano tangibile e spirituale, aiutando i CSO a instaurare un rapporto positiva con gli stakeholder.
Quanto appreso durante lo sviluppo della strategia climatica ci ha mostrato che l’attuazione di un piano simile per la Natura richiederà la creazione di un team di “ambassador” interni.
- Il CEO dovrà comprendere a fondo le modalità di interazione dell’azienda con la Natura, le sue principali dipendenze dalla biodiversità; l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi net zero senza dare una risposta completa e soddisfacente al tema della Natura e come invece tale risposta spingerà l’azienda ad aprire la strada a interventi concreti per il clima. Poiché il CEO avrà bisogno di assicurarsi il consenso dei membri del CdA, il fatto di evidenziare il legame tra degrado della Natura, aumento dei costi operativi ed esposizione ai rischi (fisici e reputazionali), ed di sottolineare le opportunità, al contrario, contribuirà a sostenere la causa.
- Il CFO dovrà riconoscere e apprezzare la vastità delle policy e delle normative in arrivo, che chiedono alle imprese di tradurre gli impatti sulla Natura in termini finanziari, includendo l’esposizione ai rischi e le modalità con cui l’azienda intende ridurre tali rischi e, in ultima analisi, adattare le proprie attività agli scenari futuri. Per evitare sovraccarichi di lavoro al CFO, occorrerà aiutarlo a capire che il reporting sulla Natura (TNFD) segue un approccio molto simile a quello del reporting sul clima (TCFD).
- Il COO dovrà capire che, mentre le strategie climatiche tendono ad avere un approccio “top-down” (aumento dell’efficienza energetica, modifiche del design dei prodotti, installazione di impianti a basse emissioni di carbonio ecc.), le azioni a favore della Natura necessitano di un approccio locale, che richiede un coinvolgimento più profondo e sul campo degli stakeholder per comprendere realmente le complessità di strutture o siti specifici, ad esempio, e una strategia molto più in linea con le realtà operative. Come contropartita, i reparti operativi possono diventare gli eroi della sostenibilità, sempre più in grado di cogliere il contributo che questi team stanno già fornendo agli obiettivi ambientali.
- I responsabili di prodotto e di ricerca e sviluppo (R&D) dovranno comprendere le opportunità offerte dalle scelte legate alla Natura (ad esempio processi che non fanno uso di acqua), permettendo di diventare innovatori sul mercato.
- Il responsabile acquisti / procurement saprà che i rischi in materia stanno crescendo. Molti di questi sono collegati alla Natura (ad esempio acquisto di raccolti da regioni soggette a stress idrico, impatti della deforestazione). Affrontare i rischi naturali alla fonte mediante una maggiore tracciabilità può migliorare la resilienza della supply chain, contribuendo a stabilizzare e a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento. Occorre aiutare colleghi e colleghe a comprendere i rischi fisici che potrebbero comportare aumenti dei costi e a collaborare come partner di pensiero per sviluppare strategie di coinvolgimento dei fornitori e di engagement della value chain.
- Il CMO dovrà trarre la giusta ispirazione dal potenziale narrativo associato ai temi della Natura, che sono spesso molto più tangibili e vicini alle persone. Se sfruttata al meglio, la Natura può diventare il prossimo grande tema nel consumer marketing. Proprio come molti brand hanno utilizzato la consapevolezza climatica per generare fiducia e instaurare un legame personale con la clientela, gli esperti di marketing hanno la possibilità di rafforzare ulteriormente tale rapporto esplorando tematiche molto specifiche dal punto di vista geografico, in modo da determinare un cambiamento duraturo nelle comunità locali.
- Il CHRO gioca un ruolo fondamentale nel garantire che il cambiamento sia reso operativo e non possa essere trascurato. Dopotutto, la gestione del cambiamento è un fattore determinante per il successo o il fallimento della trasformazione organizzativa. E grazie a una maggiore attenzione ai team locali nell’ambito degli interventi a favore della Natura, gli HR avranno l’opportunità di rafforzare la cultura aziendale e il senso di appartenenza in tutte le sedi. Il responsabile risorse umane sarà inoltre determinante nel garantire che l’azienda abbia i talenti necessari per la trasformazione sostenibile dei business e fornirà consulenza sugli incentivi corretti da proporre ai vari team.
Anche la strutturazione dei team che si occupano di sostenibilità sarà un fattore determinante per il successo delle azioni di coinvolgimento. Vi sono alcuni esempi di aziende che hanno creato team separati per il clima e la Natura, entrambi alle dirette dipendenze dei CSO, ciascuno con propri obiettivi, approcci e piani d’azione. Occorre ricordare che i progetti a favore della Natura contribuiscono a rendere più operativa la strategia per la riduzione delle emissioni di carbonio. Analogamente, interventi per il clima possono stimolare le attività sulla Natura e sulla biodiversità. Se si vuole far capire che gli obiettivi net zero non potranno essere raggiunti senza concentrarsi sulla Natura, sarà necessario far seguire alle parole i fatti, eliminando le divisioni tra i team dedicati a clima e Natura e stabilendo modalità di lavoro comune.
Rendere rilevante la causa della Natura
Benché ad alcuni la Natura possa sembrare più tangibile e personale rispetto alle sfide climatiche, la maggior parte delle organizzazioni non ha ancora definito e comunicato in toto il proprio approccio al tema. Alcune aziende pensano che si tratti di proteggere le api, mentre altre si concentrano sulla salvaguardia delle foreste pluviali. Pertanto, è importante sviluppare una propria definizione interna e determinare il significato della Natura per il proprio business. La valutazione si baserà sui punti di impatto e sui servizi ecosistemici da cui l’azienda dipende, ma anche sulle aree in cui l’organizzazione può dare il contributo più positivo e fare maggiormente la differenza.
Certo, la fatica si farà sentire in alcuni gruppi di stakeholder, stanchi di discussioni su CO2, inquinamento, Scope 3, gas ad effetto serra ed elettricità. Quindi, proprio come nel caso del carbonio, è fondamentale saper rispondere alla domanda “In che modo ha a che fare con noi?” che sorge spontanea tra gli interlocutori. Occorre essere pronti e in grado di rispondere con esempi convincenti, e parlare non solo al cuore e alla mente, ma anche allo spirito commerciale dei propri colleghi e colleghe indaffarati: tutelare la Natura significa salvaguardare l’azienda.
Ricordiamo che probabilmente i team hanno già implementato molti processi e svariate infrastrutture a supporto della strategia sulla Natura e che non sarà sempre necessario “reinventare la ruota”. Riconoscere che i team sono già parzialmente equipaggiati per rendere operativa la strategia sulla Natura contribuirà a responsabilizzarli, evitando un approccio dall’alto verso il basso al cambiamento, che rischierebbe di creare resistenza.
Qualunque cosa si faccia, non si deve sottovalutare l’importanza del coinvolgimento e dell’engagement degli stakeholder, essenziale per promuovere la sostenibilità all’interno di un’azienda. Avere colleghi e colleghe schierati dalla propria parte aiuta a identificare le priorità, generare fiducia, promuovere l’innovazione, gestire i rischi e generare valore a lungo termine. Un coinvolgimento efficace favorisce inoltre l’assunzione di responsabilità all’interno dei diversi reparti, così che oneri e competenze vengano trasferiti al di fuori della funzione sostenibilità e che il progresso sia condiviso da molti e non appannaggio solo di pochi.
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