Integrare il tema della Natura nelle strategie di sostenibilità permetterà alle aziende del settore food and beverage di rafforzare la propria resilienza, avanzare negli obiettivi climatici e semplificare gli sforzi grazie alle sinergie tra Clima e Natura.
In sintesi:
- Le aziende del settore food and beverage possono migliorare la propria resilienza e accelerare il raggiungimento dei loro obiettivi climatici includendo la Natura nelle loro strategie di sostenibilità.
- Azioni, scelte e strategie positive per la Natura e il Clima possono generare circoli virtuosi e sinergici. Dando priorità alla Natura, le aziende possono sviluppare potenziare iniziative positive dal punto di vista dell’azione climatica, come l’adozione di pratiche agricole rigenerative per migliorare la salute del suolo, ridurre le emissioni e stabilizzare (o addirittura aumentare) la produttività dei terreni.
- Integrare strategie climatiche e in favore della Natura significa approcciare un framework di sostenibilità unificato, semplificando gli sforzi, fornendo KPI concreti e allineando azioni diverse verso obiettivi ambientali e aziendali comuni.
Chi lavora da tempo nel campo della sostenibilità aziendale avrà notato una nuova parola che sta entrando nel vocabolario del settore: “Natura”. In conferenze, relazioni, eventi, ormai tutti parlano di natura. Questo riflette la crescente spinta a espandere le strategie di sostenibilità, finora concentrate solo sul clima, per includere l’importanza cruciale della conservazione e rigenerazione della natura. Si sta facendo strada il concetto di un’economia “nature-positive”, man mano che cresce la consapevolezza dell’interconnessione tra la salute del pianeta e la resilienza delle imprese. Tuttavia, nel settore food and beverage, questa consapevolezza non si è ancora tradotta a sufficienza in un’azione concreta .
Adottare una strategia orientata alla natura non solo aiuta le aziende del settore food and beverage a creare un modello di business più resiliente, ma può anche sostenere il raggiungimento degli obiettivi climatici. Il settore food and beverage contribuisce più di ogni altro al degrado della natura, pur dipendendo in modo significativo dai servizi ecosistemici che essa fornisce. È dunque anche quello che subisce maggiormente le conseguenze negative. Per questo, il settore ha molto da perdere, ma ancora di più da guadagnare, arrestando e invertendo la perdita di biodiversità.
Alcune aziende potrebbero aver già intrapreso azioni a favore della natura nel loro percorso verso gli obiettivi climatici. Tuttavia, concentrarsi on intenzione sulla tematica Natura permetterà di aumentare la resilienza a lungo termine di fronte alle sfide climatiche e al deterioramento degli ecosistemi.
Investire nella Natura: imprescindibile per il futuro delle imprese
Le aziende del settore food and beverage non dovrebbero vedere la conservazione della natura come un semplice adempimento normativo, ma come un imperativo strategico per la sopravvivenza stessa del loro business. Come evidenzia il recente Report Quantis’ “Recipe for Transformation”, il settore potrebbe perdere circa $150 miliardi – il 7% del suo valore – entro il 2030 se non si agisce in fretta.
Il degrado dei servizi ecosistemici, causato da cambiamenti nell’uso del suolo e dalla sovrasaturazione di azoto e fosforo nei terreni, ha reso insostenibile sia per il business che per il pianeta il modello agricolo tradizionale, che si basa su un consumo crescente di risorse. Questo approccio è anche uno dei maggiori responsabili della perdita di biodiversità, causando le prime estinzioni di piante e animali dovute al cambiamento climatico.
Di conseguenza, rischi fisici come eventi climatici estremi, degrado del suolo e scarsità d’acqua possono gravemente compromettere le catene di approvvigionamento e comportare perdite economiche significative. Il degrado della Natura può portare a raccolti di minore qualità o stagnanti, a motivo di siccità, ondate di calore e diffusione di malattie, con aziende che, in modo miope, cercano di mantenere la produttività aumentando l’uso del suolo e dell’acqua.
I rischi di transizione, invece, derivano dal passaggio verso un’economia “nature-positive”, con cambiamenti nelle normative e nelle preferenze di mercato. Ignorare questi rischi può comportare un aumento dei costi operativi, interruzioni nelle catene di approvvigionamento e perdita di quote di mercato.
Nonostante queste minacce reali per chi si muove troppo lentamente, molte aziende trovano complesso integrare la Natura nella loro strategia aziendale. Integrare le priorità climatiche si è dimostrato già difficile per un settore fortemente influenzato dalle emissioni di Scope 3, e aggiungere la Natura sembra una sfida ulteriore. BTuttavia, adottare una strategia ambiziosa per la natura non deve essere visto come un percorso separato dall’azione climatica. Il clima e la natura non sono due temi distinti, ma strettamente collegati. E’ ora, perfino tardi, per riconoscere che investire nella natura è una protezione essenziale per il futuro della produzione alimentare.
Svelare la sinergia tra natura, clima e obiettivi aziendali
Una delle principali sfide che le aziende affrontano è la percezione di una dicotomia tra gli obiettivi climatici e quelli legati alla Natura. Al contrario, questi obiettivi non si escludono a vicenda; sono due facce della stessa medaglia. Il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework sottolinea chiaramente l’importanza di ridurre gli impatti della perdita di biodiversità attraverso l’azione climatica nel suo ottavo obiettivo. Il settore food and beverage spesso sottovaluta il legame intrinseco tra i propri sforzi climatici e le azioni a supporto della Natura.
Avere una strategia olistica per la Natura semplifica gli sforzi di sostenibilità, fornendo ai team (talvolta sovraccarichi e con poche risorse) una maggiore chiarezza attraverso un unico quadro di riferimento, allineando azioni diverse verso un obiettivo comune.
Come dimostrato dal grafico dell’IPBES (supra), esistono forti sinergie tra soluzioni climatiche e a supporto della natura associate al settore food and beverage (con minime eccezioni). Adottando una strategia di sostenibilità integrata e incentrata sulla natura, le aziende possono scoprire attività reciprocamente vantaggiose che contribuiscono sia agli obiettivi climatici che a quelli per la natura.
L’adozione di pratiche agricole rigenerative è un esempio concreto di come natura e clima possano andare di pari passo. Studi dimostrano che queste pratiche migliorano la salute del suolo, riducono contemporaneamente le emissioni e diminuiscono il bisogno di input (quali i fertilizzanti). Investire nella salute del suolo, inoltre, ripristina i cicli idrici locali e aumenta la capacità del suolo di sequestrare il carbonio.
Integrare la Natura = ottimizzare gli sforzi nella direzione della sostenibilità e migliorare i KPI
Fortunatamente, adottare una strategia incentrata sulla natura non significa ripartire da zero, soprattutto per le aziende che già hanno una solida strategia climatica o praticano l’agricoltura rigenerativa. Sebbene misurare gli impatti della natura e le dipendenze della catena del valore richieda metriche aggiuntive rispetto al clima, le aziende possono in gran parte sfruttare tattiche già esistenti per valutare i loro impatti.
I KPI specifici per la Natura aggiungono ulteriore valore alle strategie di sostenibilità. Molti di questi utilizzano le stesse informazioni di base delle metriche climatiche, ma offrono una visione più dettagliata degli impatti e delle dipendenze specifiche, permettendo alle aziende di ottenere una comprensione più approfondita della propria impronta ambientale e dei rischi correlati. Questo approccio olistico consente di monitorare progressi tangibili su temi critici come l’uso del suolo e dell’acqua, che sono direttamente legati alla conservazione della natura.
Mentre le metriche climatiche fanno riferimento ad impatti su scale globale, i KPI relativi alla Natura offrono una comprensione più locale e mirata della performance ambientale di un’azienda, evitando lo spostamento degli impatti (impact shifting). Le sinergie generate dall’integrazione di metriche basate sulla Natura permettono alle aziende di semplificare gli sforzi di sostenibilità e rafforzare la resilienza ai rischi ambientali. Diverse aziende del settore food che avevano adottato road map verso net-zero qualche anno fa, ora si rendono conto che senza accelerare le strategie legate alla natura e all’agricoltura rigenerativa, non riusciranno a raggiungere i loro obiettivi climatici.
Man mano che le aziende comprendono che il clima e la Natura collaborano nella direzione della trasformazione sostenibile e della resilienza, agire rapidamente per integrare queste metriche porterà grandi vantaggi. Progressi tangibili potranno essere fatti su temi ambientali come suolo, acqua e biodiversità, contribuendo al contempo a raggiungere gli obiettivi climatici. Le aziende che sapranno sfruttare questa sinergia attraverso l’innovazione e la collaborazione pre-competitiva si posizioneranno come attori di rilievo, garantendo la resilienza delle proprie catene di fornitura.
CONTRIBUTOR(S)
+ Simon Gillet, Sustainability Expert
+ Alain Vidal, Senior Advisor
+ Adam Melki, Sustainability Strategist
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