Le aziende devono ampliare il loro focus in materia di sostenibilità, passando da un approccio incentrato sul clima a uno olistico, integrato e rivolto alla Natura.
In breve:
- Il rapido declino degli ecosistemi naturali mette a rischio la continuità del business. Le aziende subiscono già impatti significativi legati alla perdita di risorse naturali, impatti a cui si aggiunge la crescente pressione ad agire dal fronte normativo, delle imprese e della società civile.
- Un dato positivo è rappresentato dai vari framework e strumenti sviluppati recentemente che, unitamente ai framework concordati a livello internazionale, agevolano le aziende a quantificare il loro impatto sulla Natura e a fissare degli obiettivi per affrontare e invertire la perdita di risorse naturali.
- Le aziende devono ampliare il loro focus in materia di sostenibilità, passando da un approccio incentrato sul clima a uno olistico, integrato e rivolto alla Natura.
- È necessaria una trasformazione a livello sistemico: un cambiamento incrementale non basta a costruire un mondo nature positive.
- Per affrontare con successo la perdita di risorse naturali, è necessario adottare un approccio diverso da quello adottato attraverso iniziative climatiche, includendo strategie di problem solving tarate sulle esigenze locali.
- Le aziende devono capire quanto siano forti la loro dipendenza dalla Natura e gli impatti che su di essa producono, oltre ad accelerare le azioni necessarie a mitigare gravi rischi fisici, normativi, reputazionali e di mercato.
La Natura è in caduta libera. Circa un milione di specie in tutto il mondo è sull’orlo dell’estinzione. Un terzo dei terreni da cui dipendiamo per le coltivazioni e il nutrimento degli animali da pascolo è stato depauperato. Ogni anno 400 milioni di tonnellate di rifiuti tossici, plastica e metalli pesanti vengono riversati nei nostri oceani. Tutto ciò è catastrofico per il business. La maggior parte dei settori economici si basa sulla biodiversità, in modo particolare l’agricoltura e l’allevamento. Oltre la metà del PIL mondiale risulta ‘estremamente’ o ‘moderatamente’ dipendente dalla Natura. Il 50% del PIL produce i beni e i servizi fondamentali su cui tutti facciamo affidamento, e senza il quale il restante 50% non potrebbe funzionare. Non a caso il World Economic Forum, nei suoi Global Risks Report, ha identificato più volte nella perdita di biodiversità e nel collasso degli ecosistemi due rischi cruciali.
La Natura è finalmente sotto i riflettori
È ormai chiara l’importanza di un business case che guardi oltre le azioni per il clima e affronti la più ampia gamma di problemi legati alla Natura. La perdita di risorse naturali ha un impatto fisico sulle aziende, che si riflette nelle interruzioni della supply chain causate dalla degradazione del suolo e dalla scarsità idrica, nei danni infrastrutturali o nei cali di produzione dovuti alle inondazioni e molto altro. Aumenta inoltre la pressione ad agire, sia dall’esterno (da parte di investitori, legislatori e consumatori più interessati e informati) che dall’interno (da parte di dipendenti più attivi e impegnati). Per fortuna, il mondo ha capito finalmente che è necessario agire. Alla fine del 2022, sul palcoscenico mondiale, l’ONU ha adottato il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework come strumento per fermare e invertire la perdita di biodiversità entro la fine di questo decennio, creando un framework globale per orientare le azioni rivolte alla Natura. Si sono inoltre compiuti progressi nello sviluppo di strumenti di assessment e reporting, oltre che di framework normativi più solidi:
- Science Based Targets for Nature: l’anno scorso il Science Based Targets Network (SBTN) ha reso pubblica la prima versione delle linee guida per definire obiettivi basati sulla scienza per la salvaguardia naturale, che consente alle aziende di fissare target più ambiziosi e misurabili sia per il clima sia per la Natura.
- Taskforce on Nature-related Financial Disclosures (TNFD): si tratta di raccomandazioni che offrono alle organizzazioni linee guida per il reporting e le azioni da intraprendere in materia di interdipendenze, impatti, opportunità e rischi legati alla Natura, affinché quest’ultima sia pienamente integrata nel processo decisionale.
- Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD): la Direttiva, applicabile a tutte le società quotate in borsa che operano nell’UE, rafforza le norme esistenti sulle informazioni sociali e ambientali che le aziende sono tenute a comunicare.
- International Financial Reporting Standard (IFRS): l’IFRS Foundation, che fornisce gli standard contabili per le aziende pubbliche, sta iniziando a pubblicare linee guida di sostenibilità tramite l’International Sustainability Standards Board (ISSB). A metà del 2023 sono state pubblicate le linee guida generali sulla sostenibilità e sulla divulgazione dei rischi climatici, a cui è previsto verranno aggiunti altri aspetti ambientali, la Natura tra questi.
I framework stanno iniziando a creare linee guida operative basate su standard definiti da enti internazionali come l’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES). Pertanto oggi è più semplice per le aziende analizzare la pressione che esercitano sulla Natura e fissare obiettivi per ridurre il loro impatto e infine invertire tale tendenza con un contributo positivo.
L’aumento di framework e di linee guida garantisce alle aziende la chiarezza necessaria, alla luce del fatto che gli impatti sulla Natura sono più complessi da gestire e quantificare rispetto a quelli sul clima. Le azioni da intraprendere riguardano spesso più dimensioni; gestire la perdita di risorse naturali vuol dire, ad esempio, affrontare il cambiamento di destinazione d’uso del suolo, tenere sotto controllo l’inquinamento, proteggere e ripristinare la biodiversità, e tanto altro ancora. Tutte azioni, queste, che richiedono una tracciabilità dettagliata delle materie prime e una maggiore trasparenza nelle complesse supply chain globali. Per gestire l’impatto sulla Natura in modo significativo, dunque, deve essere preso in considerazione il contesto locale. La buona notizia è che affrontare un determinato tipo di impatto spesso aiuta a intervenire su un altro.
Come le aziende possono contribuire a un mondo nature positive
+ Adottare una lente locale
Integrare la Natura nelle strategie aziendali è fondamentale, ma non è ancora prassi dominante. Nonostante la perdita di risorse naturali sia un fenomeno globale, per affrontarla al meglio è necessario utilizzare una lente locale. La protezione di un bacino idrico, ad esempio, richiede assessment e interventi sul campo. Le aziende possono chiaramente fissare obiettivi per la Natura a livello globale, ma questi ultimi devono basarsi sull’analisi degli hotspot delle loro operations ed essere confermati dalla definizione di alcuni obiettivi a livello locale. Allo stesso tempo dovranno attuare un cambiamento trasformativo del loro modello di business, passando da pratiche estrattive a pratiche rigenerative. È importante definire innanzitutto una visione comune del ruolo della Natura per il proprio business, i dipendenti e gli stakeholder in generale. Proprio come il carbonio, la Natura ha un ruolo rilevante in ogni funzione aziendale. È perciò fondamentale creare consenso a livello trasversale, affinché le azioni non vengano intraprese per compartimenti stagni ma coinvolgano tutti i reparti. I team di approvvigionamento dovranno coinvolgere i fornitori delle materie prime e dei materiali principali. La gestione dei rischi aziendali dovrà includere i rischi finanziari legati alla Natura nella business strategy e nel piano di continuità. I team di marketing e comunicazione dovranno sviluppare nuove combinazioni di prodotti ed evitare il greenwashing nell’elaborazione dell’approccio aziendale ai rischi legati alla Natura. I team operativi dovranno invece collaborare con i site manager per trovare soluzioni a livello locale.
+ Valutare rischi e opportunità
Tuttavia, prima di assegnare i task ai vari reparti, sarà necessario condurre un assessment approfondito delle risorse naturali. Ciò implica la misurazione e l’identificazione delle aree più a rischio – ovvero quelle in cui la Natura è sottoposta a una pressione maggiore (cambio di destinazione d’uso del suolo, acqua, biodiversità, ecc.) – e il successivo intervento. Sarà necessario raccogliere i dati sull’origine e sulla quantità delle materie prime utilizzate, valutare la pressione che le attività dell’azienda esercitano sulla Natura e infine osservare lo stato degli ecosistemi e delle risorse naturali per capire se questa pressione genera un impatto elevato. Questa pratica consentirà di capire, ad esempio, se una fabbrica svolge attività basate sull’utilizzo intensivo di acqua in un’area con scarsità idrica o se le materie prime provengono da una regione soggetta a deforestazione. E decidere, di conseguenza, quale debba essere il focus dell’azione al fine di creare un impatto positivo. Oltre a valutare i rischi della dipendenza dalle risorse naturali, sarà possibile individuare le opportunità che derivano dagli interventi sulla Natura, attribuendo un valore finanziario alle azioni da intraprendere o meno.
+ Stabilire obiettivi ambiziosi
Come per ogni iniziativa di sostenibilità, stabilire ambizioni e obiettivi è fondamentale. Altrettanto importante sarà comunicarli agli stakeholder interessati all’interno dell’azienda, che hanno bisogno di essere incoraggiati e incentivati per rendere possibile il cambiamento. Il framework dell’SBTN evidenzia la necessità di valutare la Natura da un punto di vista locale e suggerisce alle aziende di fissare target a livello locale per i diversi tipi di impatto. Per le grandi aziende raccogliere dati locali e definire obiettivi per tutte le combinazioni di materie prime e regioni o per ogni sito può rivelarsi un’impresa non da poco. Per fissare gli obiettivi per la Natura rilevanti per queste aziende, Quantis consiglia di creare un target framework: stabilire obiettivi locali per punti di attenzione e per le combinazioni di materie prime e regioni, quindi utilizzarli per orientare gli obiettivi globali applicabili a tutte le materie prime e a tutte le aree (che non sono hotspot o non dispongono di dati di tracciabilità). In questo modo le aziende potranno definire science based target che coprono tutte le operations e le acquisizioni, passando il più rapidamente possibile ad azioni dall’impatto ridotto. Attendere dati perfetti non giustifica mai una situazione di stallo.
Attivare una nature strategy e aggiustare il tiro strada facendo
+ Pianificare
Come già menzionato, una nature strategy di successo deve essere integrata a tutti i livelli nell’azienda, incentivando in ogni reparto la responsabilità del cambiamento. In concreto le azioni dovranno essere definite in ordine di priorità e gli stakeholder guidati nella loro esecuzione, soprattutto per quel che riguarda i team di progettazione dei prodotti, di sourcing e approvvigionamento e di marketing. Infine sarà necessario trovare un modo efficace per monitorare i progressi, in modo da poter comunicare i risultati raggiunti e alimentare l’entusiasmo per ulteriori azioni nella stessa direzione. A differenza della riduzione delle emissioni di gas serra, gli interventi sulla Natura richiedono maggiore creatività e dinamismo in fatto di misurazione dei progressi. Anche in questo caso è fondamentale comprendere come vengano percepiti gli impatti a livello locale. Gli stakeholder locali sono sempre più disposti a collaborare, poiché sono i primi a subire gli effetti della perdita di risorse naturali. Le fabbriche locali sono testimoni di come la scarsità d’acqua influisca pesantemente sul business, mentre gli agricoltori cercano di migliorare la qualità del suolo per mantenere la massima produttività. Per compiere progressi significativi in materia di Natura, le imprese dovranno sviluppare strategie che guardino oltre le loro operation e value chain, collaborando con altre aziende che affrontano sfide simili, con le ONG, con i governi e il mondo accademico. Tutti i settori devono unire le forze per ridisegnare il futuro e trasformare le catene del valore, abbracciando la circolarità e svincolando le attività aziendali dall’uso delle risorse naturali.
La Natura offre alle aziende risorse preziose, benefici ecosistemici e soluzioni innovative, oltre che infinite possibilità. Tuttavia, per affrontare i rischi – Natura in modo adeguato, le aziende devono mettere questa questione al primo posto nella strategia aziendale, attribuendole la stessa importanza delle azioni per il clima. Accogliere e sfruttare le potenzialità della Natura ci permette di raggiungere più velocemente l’obiettivo Net Zero, preservando al contempo la vitalità e la duttilità degli ecosistemi per le generazioni future.
Vuoi maggiori informazioni sulle nostre soluzioni per la Natura?
Quantis guida le aziende nel percorso verso un mondo nature positive, sfruttando framework di riferimento noti, e non solo.
Risorse correlate
Digitalizzazione per la sostenibilità nel settore Fashion & Spor...
Il ruolo cruciale della transformazione digitale per la sostenibilità della moda, al di là della sola compliance.
Finanza sostenibile: il ruolo centrale delle istituzioni finanziarie
Adottando una strategia sulla Natura, gli attori finanziari possono mitigare i rischi, identificare opportunità innovative e contribuire alla costruzione di un’economia resiliente.
Le 3 priorità fondamentali per la trasformazione sostenibile del sett...
I 3 pilastri per costruire il futuro della chimica sostenibile.