Protagonisti del rinnovamento sostenibile attraverso la democratizzazione dei dati

Man mano che le aziende esplorano la digitalizzazione dei processi di sostenibilità, la democratizzazione dei dati si rivela essere il motore trainante in grado di promuovere un approccio olistico.

In breve:

  • La strutturazione, la centralizzazione e la democratizzazione dei dati di misurazione dell’impronta ambientale (footprinting) consentono di ottenere diversi vantaggi, tra cui il miglioramento del processo decisionale e una maggiore trasparenza.
  • Le aziende ancora esitano a investire nella digitalizzazione a motivo dell’investimento richiesto e delle complessità nella quantificazione del ROI.
  • Per superare questi ostacoli, occorre pianificare investimenti strategici, dare priorità all’integrità dei dati e promuovere la collaborazione interfunzionale.
  • Nel concreto, tra le azioni da intraprendere vi sono lo sviluppo di una solida strategia di raccolta e gestione dei dati, l’accesso a fattori di emissione affidabili e la selezione del giusto strumento, che soddisfi le specifiche esigenze aziendali.

Sapere è potere, recita l’adagio. Ecco perché raccogliamo i dati e siamo sempre alla ricerca di modi migliori per archiviarli, organizzarli, gestirli e utilizzarli. Tuttavia, i dati di per sé non sono conoscenza, piuttosto invece la conoscenza può essere sviluppata dai dati grazie alle analisi e agli approfondimenti che ne ricaviamo.

Le tecnologie digitali in quest’ambito non sono certo una novità, ma la portata e la raffinatezza di questi strumenti, insieme alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia per rispondere ai bisogni più critici della società, fanno ancora notizia. Questo è vero anche sul piano delle soluzioni per la crisi ambientale; infatti, abbiamo appena iniziato a esplorare il potenziale del digitale nel fornire supporto alla trasformazione sostenibile.

Le opportunità offerte dalla digitalizzazione dei processi di sostenibilità sono pressoché infinite

La centralizzazione e la democratizzazione delle informazioni aziendali e dei dati sulla footprint in tutte le funzioni aziendali può significativamente contribuire in vari modi alla creazione di imprese più sostenibili.

Miglioramento del processo decisionale: disponendo di dati centralizzati sulla sostenibilità, i decision maker dei vari reparti possono accedere a informazioni coerenti e complete sull’impatto ambientale di attività, prodotti e servizi della propria organizzazione. Questo favorisce un processo decisionale più consapevole e in linea con gli obiettivi di sostenibilità.

Maggiore trasparenza: la democratizzazione dell’accesso ai dati sul footprinting garantisce che tutti gli stakeholder, inclusi dipendenti, clienti e investitori, possano conoscere l’impatto ambientale dell’azienda. Questa trasparenza può rafforzare l’affidabilità e la reputazione dell’azienda, incrementando potenzialmente la fidelizzazione della clientela e la fiducia da parte degli investitori.

Potenziamento dell’innovazione sostenibile: ampliando la disponibilità dei dati di impatto, le imprese possono promuovere una cultura dell’innovazione in cui collaboratrici e collaboratori si sentono responsabilizzati nel proporre e sviluppare soluzioni per la riduzione. Questo approccio collaborativo può portare all’individuazione di processi più efficienti, materiali più sostenibili e prodotti innovativi in linea con gli obiettivi di sostenibilità.

Semplificazione del reporting e della compliance: la centralizzazione dei dati ambientali semplifica il processo di redazione dei report per la conformità alle normative e le certificazioni di sostenibilità. Consente alle aziende di monitorare in modo più efficiente i propri progressi rispetto agli obiettivi di sostenibilità e di comunicarli agli stakeholder esterni.

Riduzione dei costi: l’identificazione delle aree di miglioramento in campo ambientale spesso coincide con l’individuazione di efficienze in grado di ridurre i costi. Ad esempio, la riduzione di sprechi, rifiuti e consumi energetici e l’ottimizzazione delle catene di approvvigionamento non solo limitano l’impatto ambientale, ma possono anche diminuire in modo significativo i costi operativi.

Incremento del vantaggio competitivo: una particolare attenzione alla sostenibilità può differenziare un’azienda dai concorrenti. Sfruttando dati centralizzati e democratizzati sul footprinting, le imprese possono evidenziare e promuovere il proprio impegno a favore della sostenibilità, intercettando l’interesse di consumatori e collaboratori attenti alle tematiche ambientali.

Gestione del rischio: l’accesso a dati ambientali completi consente alle aziende di identificare e gestire meglio i rischi associati al cambiamento climatico, alla scarsità di risorse e alla continua evoluzione degli scenari normativi. Affrontando in modo proattivo questi rischi, le imprese possono evitare potenziali sanzioni, perturbazione nella catena di fornitura e danni alla reputazione del proprio brand.

Collaborazione interfunzionale: la democratizzazione dei dati favorisce un senso di responsabilità condivisa nei confronti degli obiettivi di sostenibilità in tutta l’organizzazione. Incoraggia la collaborazione tra i reparti, quali ricerca e sviluppo, procurement, marketing e logistica, determinando un approccio più coerente alla sostenibilità.

Se i vantaggi sono così tanti, perché le aziende che vogliono coglierli non sono più numerose?

Nonostante gli evidenti vantaggi, adottare un approccio di centralizzazione e democratizzazione delle informazioni e dei dati sul footprinting da parte delle aziende non è ancora una scelta mainstream. I fattori che hanno contribuito a questa scarsa propensione sono diversi.

Una barriera significativa è rappresentata dai vincoli di risorse che le aziende devono fronteggiare. L’implementazione di un sistema di dati centralizzato richiede un notevole investimento iniziale in tecnologia, personale e formazione. Inoltre, la decisione di dedicare membri dello staff alla formazione e alla gestione dei dati di sostenibilità può distogliere risorse da altre priorità aziendali urgenti e risulta decisamente impegnativa per le organizzazioni che devono soppesare costi e benefici di questa scelta. Ma è essenziale riconoscere che, nonostante i possibili costi iniziali associati all’implementazione di un sistema di dati centralizzato, i benefici a lungo termine spesso superano di gran lunga le spese. Semplificando i processi, identificando le opportunità di risparmio sui costi e migliorando le capacità decisionali, i sistemi centralizzati di gestione dei dati possono in ultima analisi consentire maggiore efficienza e significative riduzioni dei costi.

D’altra parte, alcune aziende faticano a quantificare il ritorno sull’investimento (ROI) di sistemi centralizzati di gestione dei dati, in parte a causa dell’esitazione sulla scelta se acquistare o sviluppare tali sistemi. Questo aspetto solleva interrogativi sul costo totale, la cui valutazione può rivelarsi complicata senza la definizione di un business case adeguato e la richiesta di informazioni (RFI) o quotazioni. Benché numerose evidenze suggeriscano che investire in iniziative di sostenibilità può produrre benefici a lungo termine, la mancanza di una chiara comprensione dei potenziali guadagni finanziari può scoraggiare i responsabili decisionali. I vantaggi della sostenibilità vanno ben oltre i ritorni finanziari, perciò, anche se la quantificazione del ROI per le iniziative di sostenibilità può essere impegnativa, la proposta di valore complessiva è comunque innegabile.

Un’altra preoccupazione che frena molte aziende riguarda la garanzia dell’accuratezza e attendibilità dei dati sulla sostenibilità. Una scarsa qualità dei dati può minare la fiducia nei parametri indicati nei report e ostacolare gli sforzi volti a promuovere cambiamenti significativi e positivi. Invece di considerare i problemi relativi alla qualità dei dati come un motivo per evitare la centralizzazione, le aziende devono vederli come un’occasione per dare priorità all’integrità dei dati e investire in sistemi robusti per la raccolta, la convalida e la verifica. Adottando corretti strumenti di ricerca e adeguati processi, i sistemi centralizzati di gestione dei dati possono effettivamente migliorare la qualità delle informazioni, fornendo maggiore visibilità e controllo su dati in input e output.

Anche lo scenario normativo inerente il reporting e la compliance ambientale è fonte di esitazione per molte aziende. L’incertezza rispetto alle normative future può rendere le aziende più caute nell’investire in nuovi sistemi che potrebbero richiedere successivi adattamenti o ampliamenti, complicando ulteriormente il processo decisionale. Tuttavia, anziché attendere maggiore chiarezza normativa prima di passare all’azione, le aziende dovrebbero considerare i mutamenti normativi come un’opportunità per preparare e adeguare la propria operatività alle esigenze future e per dimostrare di saper assumere il ruolo di leader nella sostenibilità. Con un investimento in sistemi flessibili e adattabili per la gestione dei dati, le imprese possono attrezzarsi per conformarsi rapidamente alle normative future, assicurandosi al tempo stesso un vantaggio competitivo sul mercato.

Eventuali compartimenti stagni sul piano organizzativo rappresentano un altro ostacolo significativo. In molte aziende, i reparti operano in modo isolato, con scarsa comunicazione e collaborazione tra le funzioni. Una struttura organizzativa radicata e la resistenza al cambiamento possono ostacolare ulteriormente il progresso verso la sostenibilità. È fondamentale abbattere le barriere e promuovere la cooperazione interfunzionale per garantire il successo nella centralizzazione e democratizzazione dei dati e inoltre sbloccare sinergie e promuovere l’innovazione a vantaggio dell’intera organizzazione.

Analogamente, il passaggio a un modello di business più sostenibile richiede un cambiamento culturale all’interno dell’organizzazione, con l’adesione e l’impegno della leadership e dello staff, a tutti i livelli. La resistenza ai cambiamenti, lo scetticismo circa il valore delle iniziative di sostenibilità, la scarsa sensibilità o comprensione dell’importanza della tutela dell’ambiente possono rappresentare ostacoli significativi al progresso. Coinvolgendo i dipendenti, promuovendo un senso di obiettivo condiviso e allineando gli obiettivi di sostenibilità agli obiettivi aziendali, le aziende possono superare le barriere culturali e stimolare cambiamenti più rilevanti e significativi.

Quali sono i passi da intraprendere?

Come evitare che il percorso verso la centralizzazione e la democratizzazione dei dati di impatto appaia scoraggiante? Ecco gli step che raccomandiamo:

1. Sviluppo di una strategia dei dati

Sviluppare e perfezionare una strategia solida è il cardine per una gestione efficace dei dati di misurazione dell’impatto ambientale. Per poterla redigere è necessario lavorare al il consolidamento di dati sparsi – di varia qualità e provenienza – e la definizione di una chiara governance per la distribuzione di dati di alta qualità. Con un’accurata analisi e pianificazione strategica, le aziende saranno meglio preparate all’automazione e al monitoraggio dei progressi e porranno le basi per il successo di iniziative di sostenibilità.

2. Accesso alla corretta banca dati dei fattori di emissione (EF)

L’accesso a fattori di emissione affidabili diventa sempre più importante con la progressiva maturazione dell’azienda per valutare in modo accurato l’impronta di carbonio e fissare obiettivi di sostenibilità significativi. Quando l’azienda inizia a mettere a punto strategie volte a ridurre la propria impronta e a riflettere sui progressi fatti, avrà una maggiore necessità di dati granulari e accurati. Inoltre, gli auditor spesso richiedono dati più recenti e precisi man mano che le aziende avanzano nel loro iter verso la sostenibilità. Pertanto, queste ultime devono poter accedere a fattori di emissione pubblicati in database riconosciuti, integrati periodicamente con aggiornamenti e nuove versioni. Disporre di una fonte di fattori di emissione affidabile garantisce il monitoraggio accurato dei progressi e consente di prendere decisioni informate in materia di impatto ambientale.

3. Selezione del giusto strumento 

La scelta dello strumento corretto per la misurazione dell’impronta ambientale è fondamentale per razionalizzare le iniziative di sostenibilità. Le aziende devono innanzitutto riconoscere i rischi delle diverse soluzioni, tra cui la possibilità che gli strumenti non funzionino nel modo previsto, contengano bug, non includano manutenzione o (nella peggiore delle ipotesi) causino instabilità. Per contribuire a mitigare questo rischio, è consigliabile effettuare le opportune verifiche di due diligence e coinvolgere referenti esperti sia di sistemi informatici che di sostenibilità per guidare questo processo di selezione. Occorre considerare i requisiti funzionali e non funzionali, compresi la sicurezza e l’accesso IT. Questa valutazione richiede il coinvolgimento attivo del reparto IT fin dall’inizio del progetto, sottolineando che si tratta di un’iniziativa congiunta tra sostenibilità e IT. Attenendosi a questi principi e coinvolgendo i giusti stakeholder, le aziende possono mitigare i rischi, garantire l’allineamento con gli obiettivi organizzativi e selezionare uno strumento di footprinting che soddisfi le loro specifiche esigenze. Un simile approccio incrementa inoltre l’autonomia del business e migliora il monitoraggio della complessità attraverso l’automazione.

4. Implementazione dello strumento 

Affinché risulti efficace, l’implementazione dell’impronta ambientale nel software prescelto richiede molta attenzione nelle fasi di pianificazione, delega ed esecuzione. È necessario demarcare chiaramente le responsabilità tra gli stakeholder coinvolti ed è fondamentale stabilire una precisa titolarità dei requisiti metodologici per garantire coerenza e accuratezza durante tutto il processo di implementazione. Le aziende devono organizzare un team diversificato e dedicato con conoscenza dell’impronta aziendale, dei dati, degli obiettivi e dello strumento digitale prescelto. Il team dirigerà l’intero processo di implementazione (integrazione dei dati, test dei risultati, preparazione di analisi dettagliate), facilitando il buon esito della transizione verso una soluzione digitale di footprinting.

Per centralizzare e democratizzare con successo le informazioni aziendali e i dati di impatto, le imprese devono investire in sistemi affidabili per la gestione dei dati, incoraggiare una cultura di trasparenza e collaborazione e provvedere alla formazione affinché tutti i membri del personale dispongano delle nozioni necessarie per utilizzare tali dati in modo efficace. Questa strategia non solo contribuisce alla sostenibilità ambientale, ma migliora anche l’efficienza operativa, l’innovazione e la competitività.

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