Secondo le nuove regole, le aziende dovranno soddisfare tre condizioni rigorose prima di poter vendere prodotti sul mercato dell'UE. Il mancato rispetto di queste condizioni comporterà sanzioni e il divieto di importazione o di esportazione dal mercato dell'UE.
In sintesi:
- Adottato dal Consiglio dell’Unione Europea nel maggio 2023, il Regolamento UE sulla deforestazione stabilisce nuove norme volte a ridurre al minimo il rischio di deforestazione e degrado delle foreste associato ai prodotti immessi sul mercato dell’UE o esportati da tale mercato.
- Il regolamento impone norme obbligatorie di due diligence a tutti gli operatori e commercianti che immettono o mettono a disposizione sul mercato dell’UE, o esportano da quest’ultimo, le seguenti materie prime: olio di palma, bovini, legno, caffè, cacao, gomma e soia.
- Secondo il Regolamento UE sulla deforestazione le aziende dovranno soddisfare tre condizioni rigorose prima di immettere materie prime e prodotti sul mercato dell’UE: tali condizioni prevedono (1) rispettare la scadenza del 2020, (2) essere conformi alla legislazione locale e (3) una dichiarazione di due diligence, che comprende una verifica.
- I prodotti e le materie prime che risulteranno non conformi saranno soggetti a un divieto di commercializzazione e di esportazione sul e dal mercato dell’UE.
- In seguito alle nuove norme, le imprese e i fornitori potrebbero trovarsi ad affrontare situazioni potenzialmente più complesse, come ad esempio una maggiore concorrenza nell’approvvigionamento delle materie prime considerate idonee, costi di transizione più elevati e l’esclusione dei piccoli produttori dal mercato dell’UE.
Considerata una delle principali cause delle emissioni di gas serra, della perdita di biodiversità e dell’interruzione del ciclo idrologico mondiale, la deforestazione rappresenta una sfida complessa per la sostenibilità che potrebbe produrre conseguenze enormi su vasta scala. Nonostante le supply chain che non contribuiscono alla deforestazione abbiano assunto un ruolo fondamentale nel far fronte all’emergenza climatica e alla crisi della biodiversità, le aziende e le istituzioni finanziarie tardano ancora a dare una risposta concreta per arrestare la deforestazione direttamente causata dalla produzione di materie prime. Circa il 24% dei ricavi delle aziende, infatti, dipende da materie prime legate alla deforestazione, un fattore che esporrà tutte le imprese che continuano a non prendere provvedimenti concreti in tal senso a maggiori rischi, sia a breve che a lungo termine.
Adottato dall’Europarlamento nell’aprile 2023 e dal Consiglio europeo nel maggio 2023, il Regolamento UE sulla deforestazione (EUDR) mira a cambiare l’attuale stato di cose, stabilendo una serie di norme obbligatorie di due diligence per tutte le imprese che immettono, mettono a disposizione o esportano prodotti sul o dal mercato dell’UE.
Di seguito riportiamo tutte le informazioni essenziali per le imprese, affinché possano iniziare a prendere tutti i provvedimenti necessari per prepararsi a questo cambiamento decisivo.
Nuove norme per arrestare la deforestazione
Definita come “la conversione delle foreste, antropogenica o meno, ad altri usi, inclusa la conversione di foreste primarie o foreste rinnovate naturalmente in piantagioni forestali o altri terreni boschivi”, la deforestazione tropicale è una delle principali cause delle emissioni di gas serra, contribuendo a circa il 20% delle emissioni globali, e costituisce una quota sostanziale dell’impatto che le aziende hanno sul suolo.
Il disboscamento non solo elimina un serbatoio critico per l’assorbimento di carbonio (le foreste tropicali trattengono da sole tra 228 e 247 gigatonnellate di CO2, un valore che equivale a sette volte la quantità di CO2 emessa ogni anno dalle attività umane), ma concorre anche alla perdita di biodiversità attraverso la distruzione degli habitat, la minaccia più grande alla sopravvivenza delle specie. Inoltre, la deforestazione interrompe il ciclo idrologico ed è responsabile di molti altri effetti a catena, come la diminuzione delle precipitazioni e l’aumento dei tassi di erosione del suolo. Fermare la deforestazione è essenziale per raggiungere gli obiettivi stabiliti per la natura ed il clima.
Il Regolamento UE sulla deforestazione imporrà alle aziende un gran numero di cambiamenti da adottare in un periodo molto breve, pena il pagamento di sanzioni per non conformità. Le materie prime oggetto del testo sono sette: bestiame, cacao, caffè, olio di palma, gomma, soia e legno. La normativa troverà applicazione anche per i “prodotti derivati”, vale a dire i prodotti che contengono o che sono stati nutriti o fabbricati usando le materie prime interessate (come il cioccolato, i mobili e il cuoio).
Attualmente l’EUDR si concentra solo sugli ecosistemi forestali, tralasciando altri ecosistemi boschivi rilevanti e caratterizzati da un forte tasso di biodiversità o di stoccaggio del carbonio (ad es. zone umide o torbiere), la cui inclusione sarà presa in considerazione in un secondo momento.
Secondo l’EUDR le aziende dovranno soddisfare tre condizioni rigorose prima di immettere materie prime e prodotti sul mercato dell’UE. I prodotti e le materie prime dovranno essere:
- a deforestazione zero, oppure prodotti su terreni che non siano stati oggetto di deforestazione o degrado forestale dopo la data limite del 31 dicembre 2020;
- legali e prodotti conformemente alla legislazione pertinente del paese di produzione;
- essere soggetti a una dichiarazione di due diligence supportata da informazioni verificabili (come tracciabilità, monitoraggio continuo, ecc.) che dimostrino che i prodotti non hanno contribuito alla deforestazione dopo la scadenza del dicembre 2020.
I prodotti e le materie prime che risulteranno non conformi saranno soggetti a un divieto di commercializzazione e di esportazione sul e dal mercato dell’UE.
L’EUDR crea inoltre un sistema di valutazione comparativa o benchmarking, che classifica i paesi all’interno e al di fuori dell’UE sulla base di un livello di rischio legato alla deforestazione e al degrado forestale (rischio basso, standard o alto), tenendo conto del tasso di espansione dei terreni agricoli dedicati alla produzione delle sette materie prime e dei prodotti derivati. Gli obblighi per le aziende dipenderanno dal livello di rischio assegnato.
Soggetti interessati dal Regolamento UE sulla deforestazione
Il Regolamento UE sulla deforestazione opera una distinzione tra operatori e commercianti:
Operatori: tutte le persone fisiche o giuridiche che nel corso di un’attività commerciale immettono le materie prime e i prodotti interessati sul mercato dell’UE o li esportano dallo stesso;
Commercianti: tutte le persone fisiche o giuridiche nella catena di approvvigionamento, diverse dall’operatore, che nel corso di un’attività commerciale mettono a disposizione le materie prime e i prodotti precedentemente menzionati sul mercato dell’UE.
Sia gli operatori che i commercianti sono tenuti a effettuare le opportune verifiche di due diligence e a dimostrare che i loro prodotti da immettere sul mercato dell’UE o da esportare si qualificano come legali e a deforestazione zero.
Potenziali sfide
Aumento della concorrenza nell’approvvigionamento delle materie prime considerate idonee:
la domanda di materie prime considerate idonee potrebbe, causa le tempistiche più lunghe, superare la disponibilità. Si tratterebbe infatti di una diretta conseguenza dei fornitori che faranno fatica ad adeguarsi alle disposizioni, causando interruzioni nella produzione e nella catena di approvvigionamento e, di conseguenza, perdite finanziarie e instabilità economica.
Cambiamenti nelle regioni di approvvigionamento:
Ponendo forte enfasi sulla supply chain, la conformità al regolamento richiederà a molte aziende di avventurarsi in un territorio inesplorato, con una serie di interventi e adeguamenti che potrebbero rivelarsi impegnativi e costosi. Se non si provvederà all’introduzione di specifici incentivi, le aziende saranno più inclini a scegliere unità produttive più grandi e in regioni a basso rischio, preferendo queste soluzioni all’acquisto di materie prime da aree ad alto rischio. Se, da un lato, tale soluzione può consentire alle aziende di ridurre i rischi di deforestazione associati alle proprie catene di approvvigionamento, dall’altro però non consente effettivi progressi sulla questione principale oggetto del regolamento, vale a dire eliminare la deforestazione. Inoltre, gli esportatori possono decidere di soddisfare la crescente domanda in altre aree senza limitazioni in materia di deforestazione, con il rischio che i piccoli produttori e le comunità più vulnerabili restino escluse dal mercato dell’UE. Piuttosto che dislocare l’approvvigionamento, le aziende devono impegnarsi e sostenere le loro regioni di approvvigionamento, con l’obiettivo di rivedere e adattare gli interventi che contribuiscono alla deforestazione.
Portata e velocità di attuazione:
Nonostante le tecnologie necessarie all’implementazione dell’EUDR esistano già, si tratterà comunque di un processo costoso e complesso. Le imprese dovranno individuare le tecnologie chiave da sfruttare (ad es. le immagini satellitari), mentre i partner della supply chain dovranno concentrarsi su soluzioni volte a incrementare la tracciabilità basata sui dati. Inoltre, nelle aziende sarà necessario introdurre un Codice di condotta per i fornitori, con l’obiettivo di selezionare e controllare la propria base di fornitori tramite prove di conformità raccolte con l’ausilio di immagini satellitari dei luoghi di produzione.
Cosa possono fare le aziende per prepararsi?
- Determinare impegni e politiche di approvvigionamento conformi all’EUDR. Le aziende dovranno considerare l’ambito di applicazione, la data di scadenza, la data limite e l’ulteriore divulgazione di informazioni sotto forma di geolocalizzazione delle aziende agricole o di marcatori del DNA del prodotto. L’Accountability Framework Initiative fornisce un quadro di riferimento che aiuta le aziende a capire come stabilire le date limite e relazionarsi con i fornitori. L’iniziativa è in linea con i protocolli SBTN, SBTi e GHG.
- Investire in sistemi di tracciabilità e monitoraggio. Per garantire la conformità, le aziende dovranno disporre di sistemi di tracciabilità che consentano di risalire all’origine del prodotto e alla regione di provenienza, sistemi di monitoraggio che consentano di verificare eventuali pratiche di deforestazione dopo la data limite e meccanismi di reclamo che permettano di portare alla luce i casi di mancata conformità così da mitigare e invertire gli effetti della deforestazione.
- Stabilire un piano di attuazione. Le aziende possono sfruttare i seguenti elementi per adeguarsi alle disposizioni dell’EUDR:
- Sistemi aziendali e programmi di sostenibilità
- Approcci collaborativi che coinvolgono fornitori e stakeholder
- Sistemi di certificazione interni e regionali conformi all’EUDR.
- Elaborare una pianificazione strategica a lungo termine. Gli amministratori delegati e gli altri dirigenti dovranno tenere conto di tutte le questioni legate alla conservazione delle foreste durante lo sviluppo della pianificazione strategica aziendale a lungo termine. La deforestazione, infatti, deve assumere un ruolo di assoluta priorità all’interno della strategia aziendale e non costituire più una questione di secondaria importanza.
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