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Quantis presenta i risultati del report Recipe for Transformation per il settore del food&beverage nel suo rapporto con la sostenibilità

Recipe for Transformation Quantis food report
Recipe for Transformation Quantis food report

In Italia, più che nel resto del mondo, la proattività dei team, la collaborazione tra business unit aziendali e la supply chain sono i fattori chiave che guidano il processo di trasformazione verso sostenibilità.

Boston / Milano, 30 maggio 2024.  Quantis – parte del gruppo BCG, società di consulenza leader nel campo della sostenibilità che, con un approccio pionieristico e di stampo scientifico, supporta le aziende nell’affrontare e ridurre il loro impatto sull’ambiente – ha presentato i risultati di un report condotto sull’industria del Food&Beverage, in Italia e nel mondo, dal titolo Recipe for Transformation.

L’indagine ha raccolto, attraverso una survey realizzata su scala globale, le prospettive e le valutazioni di oltre 600 professionisti, manager di primo livello ed executive di grandi aziende dell’industria alimentare (con oltre 500 dipendenti), che lavorano in diversi dipartimenti aziendali: retail, commercio all’ingrosso, consumer packaged good, materie prime e agricoltura.

In linea generale, il report evidenzia che il 76% dei partecipanti mostra fiducia nella roadmap di sostenibilità della propria azienda e nella capacità di conseguire i rispettivi impegni ambientali entro il 2030. Un dato che mostra ottimismo e che in Italia sale fino all’87%.

Tuttavia, dall’indagine traspare come anche in Italia, i piani di azione potrebbero integrare maggiormente componenti chiave per il successo. La riprogettazione del portafoglio prodotti, l’agricoltura rigenerativa e il plant based sono infatti state citate come tre priorità per il prossimo anno, rispettivamente dal 24%, 32% e 32% del campione italiano (e dal 19%, 30%, 31% del campione globale) nonostante abbiano – secondo la scienza – il maggior potenziale di trasformazione in termini di sostenibilità.

Recipe for Transformation: le principali evidenze del report

Entrando nel dettaglio dell’analisi, Recipe for Transformation mostra interessanti aspetti, in particolare a proposito dei fattori decisivi e delle difficoltà incontrate in azienda a proposito dell’implementazione di scelte in ottica di sostenibilità.

Il report indaga le priorità, da realizzare il prossimo anno, per un’impresa impegnata nel proprio processo di transizione verso la sostenibilità ambientale.

La maggior parte dei partecipanti alla survey ha affermato che rendere il packaging più sostenibile rappresenta la priorità principale: lo dichiara il 67% dei manager in Italia e il 62% a livello globale. Un’evidenza, questa, che riconduce al tema della scalabilità, necessaria per realizzare questo obiettivo.

Al secondo posto la necessità di ridurre gli sprechi alimentari e la quantità di rifiuti prodotti. Lo pensa il 57% dei manager a livello globale e il 53% in Italia.

Come anticipato, il portfolio redesign, vale a dire il bisogno di ripensare in chiave sostenibile i prodotti aziendali venduti, nel nostro Paese è prioritario per il 24% dei rispondenti, dato che scende al 19% nel resto del mondo.

Tra i principali driver che guidano l’operato di un’azienda sulla strada verso la sostenibilità, in Italia, come nel resto del mondo, i manager coinvolti concordano sull’importanza della normativa verso la transizione responsabile: ne sono convinti il 45% dei professionisti italiani e dei manager su scala globale.

Una comunanza d’opinione che si ritrova anche nel valore dato alla cultura aziendale: in Italia è un fattore di primaria importanza per il 34% del campione, nel mondo per il 32%.

Il risparmio sui costi come driver chiave sulla strada verso la sostenibilità è in misura superiore al campione globale un driver chiave: in Italia lo rileva il 43% dei rispondenti, mentre a livello mondo la percentuale scende al 34%.

Quali sono le barriere nel processo di transizione verso la sostenibilità?

Per quanto concerne la complessità della supply chain, in Italia il 37% è convinto che sia un ostacolo, percentuale che si alza però al 42% al livello globale.

Secondo il report, gli investimenti necessari per la trasformazione sostenibile rimangono un tema aperto, all’interno dei diversi dipartimenti aziendali in relazione ai propri budget di spesa.

Ne risulta che, mediamente nei diversi dipartimenti, la quota del bilancio annuale destinata ad investimenti finalizzati alla riduzione degli impatti ambientali sia solo del 12,5% su scala globale.

Un dato che però viene interpretato diversamente in Italia e nel Mondo. Infatti, se a livello globale il 36% dei manager ritiene che l’investimento finanziario elevato rappresenti un ostacolo all’implementazione della sostenibilità in azienda, nel nostro Paese questo dato scende al 31%.

Recipe for Transformation analizza anche i fattori chiave che fin qui hanno guidato la trasformazione dei modelli di business aziendale nella direzione della sostenibilità. E sono proprio le risposte dei manager a questi fattori a segnare le principali differenze tra l’Italia e il resto del campione globale.

Nello specifico, i rispondenti italiani sottolineano la rilevanza di elementi quali:

  • Proattività dei team, supportata da indicatori di performance dedicati: rappresenta un fattore chiave per il 35% dei rispondenti in Italia, mentre per il 28% su scala globale;
  • Collaborazione tra business unit aziendali: rilevante per il 45% dei manager in Italia, ma per il 36% a livello mondo;
  • Supply chain collaboration: rilevante per il 40% in Italia, mentre per il 33% nel mondo.

Di contro il committment della leadership è stato indicato come decisivo solo dal 31% dei manager italiani, contro il 45% a livello globale. Nonostante considerino positivamente l’ingaggio e la collaborazione tra funzioni e lungo la filiera, i CSR manager non hanno comunque dinanzi a loro una strada completamente in discesa, nel percorso di sostenibilità, ma continuano a necessitare di supporto trasversale in azienda e di impegno del vertice. È noto in letteratura manageriale come l’ingaggio in prima persona della leadership e la cultura aziendale siano i principali motori della diffusione di prassi di sostenibilità in tutta l’azienda, ma alcune leve finanziarie – quali le scelte degli investitori istituzionali (la cui pressione nella direzione della sostenibilità è considerata limitata dal 24% del campione italiano vs. 18% su scala globale) prescindono dalla loro sfera di influenza, e potrebbero rappresentare importanti leve per la trasformazione di sostenibilità.

“Siamo entusiasti che in Italia, secondo il campione interpellato, la sostenibilità fino qui sia stata costruita “dal basso”, grazie ad una diffusa attivazione trasversale in azienda: metà del campione nazionale ha infatti dichiarato di poter contare su KPI di sostenibilità da oltre un anno, contro il 38% su scala globale e grazie anche all’ingaggio della catena del valore” commenta Davide Tonon, Direttore di Quantis Italia.

Proprio su questo punto vorrei approfondire a partire dal mio osservatorio sul settore nel nostro paese, dove sempre di più vediamo il diffondersi di  Bonus C- level legati a KPI di decarbonizzazione: una leva determinante e di successo”.

I consumatori

È interessante notare come il 100% dei rispondenti all’interno della funzione marketing abbia rilevato cambiamenti nel comportamento dei consumatori riguardo alle abitudini di acquisto sostenibili.

Più della metà del campione, infatti, ha evidenziato come i clienti siano più interessati a prodotti sostenibili e disposti a spendere di più per ottenerli.

Analizzando però i rispondenti di tutte le funzioni, nel quadro appaiono differenze rilevanti: infatti, il

Il 27% degli italiani (contro il 21% su scala globale) concorda con l’affermazione per cui la mancanza di spinta nella direzione della sostenibilità da parte dei consumatori è una barriera rispetto all’adozione di una direttrice ancora più forte da parte dell’azienda.

“Vediamo con chiarezza ed apprezziamo l’impegno ed i risultati del settore F&B nella direzione dell’allineamento ai limiti planetari. Il prossimo passo dovrà essere nel passaggio un approccio a silos all’integrazione della sostenibilità nelle scelte e nell’operatività quotidiana di tutte le funzioni aziendali – conclude Tonon. Le previsioni indicano il rischio per le aziende del settore alimentare di perdere fino al 26% del proprio valore se non agiscono rapidamente, in modo efficace ed efficiente. Resta ancora molto da fare: affinché alla sostenibilità vengano dedicati budget più rilevanti e si possa conseguire una trasformazione di impatto misurabile e duraturo, continuano ad essere necessarie la collaborazione con la leadership tra i dipartimenti e con i partner strategici e l’impegno sulle tre direttrici del redesign sostenibile del portafoglio prodotti, l’agricoltura rigenerativa ed il plant based”.

Il report Global Food Report, Recipe for Transformation è disponibile qui: www.quantis.com/food24

Contatti ufficio stampa 

Eos Comunica

Paola Lavezzoli, paola.lavezzoli@eoscomunica.it – 349 5518893
Luigi Borghi, luigi.borghi@eoscomunica.it – 392 9958934

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La domanda di materie prime sostenibili nella moda supererà l’offerta di 133 milioni di tonnellate al 2030

sustainable materials fashion
sustainable materials fashion

Colmare il gap delle materie sostenibili porterebbe le aziende del comparto a un aumento medio del profitto del 6% netto, secondo il nuovo studio di BCG, Textile Exchange e Quantis.

MILANO, 20 febbraio 2024 – Nei prossimi 4 anni entreranno in vigore oltre 35 nuove norme per il comparto fashion in tutto il mondo legate alla sostenibilità, che punteranno, tra le altre cose, a limitare le importazioni di prodotti, creare delle linee guida per il design dei prodotti e stabilire i requisiti per l’etichettatura. Il settore ha quindi accelerato il passo verso la sostenibilità, e oltre l’85% dei brand leader di vendite hanno dichiarato pubblicamente obiettivi di decarbonizzazione per le proprie supply chain.

In questo contesto, come illustra l’ultimo studio di Boston Consulting Group (BCG), in collaborazione con Textile Exchange e Quantis dal titolo “Sustainable Raw Materials Will Drive Profitability for Fashion and Apparel Brands”, le materie prime hanno un ruolo fondamentale poiché costituiscono fino a due terzi dell’impatto climatico di un marchio di moda. Assicurare alle aziende l’accesso a materiali sostenibili è urgente, tuttavia, la domanda di materie prime a basso impatto climatico (definite per questo “preferibili”) potrebbe superare l’offerta fino a 133 milioni di tonnellate entro il 2030, pari a più di sei volte la produzione indiana di questi materiali nel 2021.

“Le aziende del settore affrontano oggi una doppia sfida: raddoppiare gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio e, allo stesso tempo, riuscire ad adattarsi velocemente alle normative in arrivo”, ha dichiarato Guia Ricci, Managing Director e Partner di BCG. “Il successo su entrambi i fronti richiede una strategia strutturata che non solo prenda in considerazione la necessità di materie prime sostenibili, ma che sia in grado di garantirne la fornitura per il futuro.”

La prima necessità da affrontare riguarda la capacità di aumentare significativamente la quota di materie prime “preferibili” all’interno del proprio portafoglio. Nel modello di analisi proposto nello studio, farlo potrebbe portare ad un aumento del profitto netto del 6% su un periodo di cinque anni. Ad esempio, un marchio di moda con 1 miliardo di dollari di entrate annuali, ha il potenziale per sfruttare un’opportunità cumulativa di circa 100 milioni di dollari in cinque anni.

Aumentano le norme per la sostenibilità…

Le regolamentazioni che saranno definite nei prossimi anni hanno una portata senza precedenti per l’industria dell’abbigliamento e potrebbero pertanto generare qualche difficoltà di assestamento. Prendendo ad esempio l’emblematico UK Modern Slavery Act del 2015, il report mostra infatti che, ad oggi, solo il 15% dei marchi di lusso presi in analisi è conforme a tutte le sue linee guida.

Non adeguarsi alla normativa vigente rappresenta una vera minaccia per le aziende e i loro profitti, poiché i prodotti potrebbero non accedere ai mercati finché non soddisfano i requisiti previsti, compresi quelli sull’etichettatura, mettendo a rischio fino all’8% dell’EBIT generato.

… Ma il gap dei materiali resta

Nonostante il crescente numero di impegni e obiettivi di decarbonizzazione in tutta l’industria della moda, questa non ha ancora mandato un segnale forte ai fornitori sul crescente uso di materia prime “preferibili”, con il conseguente disallineamento con produttori di materie prime e agricoltori, i quali non si sentono ancora pronti ad assumersi i rischi legati ad un aumento dell’offerta di materiali sostenibili. Il rapporto stima, infatti, che nel 2030 solo il 19% dei materiali prodotti sarà sostenibile, data l’attuale mancanza di economie di scala.

È utile, inoltre, non dimenticare che la catena del valore nel comparto del fashion è lunga e complessa. Si pensi ad esempio al viaggio di un filato, che attraversa molteplici fasi di lavorazione (tintura, tessitura, taglio, cucito, confezionamento, distribuzione), tutte assegnate a diversi attori della value chain situati in Paesi diversi. Ogni fase ha specifici impatti ambientali, in termini di utilizzo di processi energivori, di consumo di acqua e suolo, di impiego di sostanze chimiche, e ciascuno di questi impatti deve essere rendicontato nello Scope 3 nel processo di decarbonizzazione. Giocoforza, per gli impegni di sostenibilità presi attraverso framework globali si tratta di un valore molto rilevante, nonché più difficile da abbattere. Ad esempio, pensando alla Science Based Target Initiative (SBTi), per essere in linea con i criteri, le aziende devono fissare obiettivi di riduzione che coprano almeno il 67% delle emissioni totali di Scope 3, poiché tali emissioni rappresentano oltre il 40% dell’impronta totale delle realtà che producono abbigliamento.

“Sempre più Chief Sustainability Officer della moda italiana si stanno muovendo per incentivare l’efficientamento energetico dei propri fornitori diretti, attivando progetti dedicati per supportarli nella raccolta dati e nel calcolo di obiettivi di riduzione delle emissioni.” Spiega Luca Mosca, Fashion & Sporting Goods Lead di Quantis in Italia. “Questa necessità è una delle ragioni per cui sempre più brand del lusso fanno scelte di integrazione verticale, portando realtà leader italiane a porsi come conglomerati di expertise dell’eccellenza manifatturiera nazionale. Per le maison si tratta dell’opportunità di lavorare con filiere più vicine, dal punto di vista geografico e non solo.”

Il migliorato impatto in termini di emissioni non è l’unico aspetto positivo di tali scelte, che portano vantaggi reciproci per aziende e fornitori, nonché a livello di sistema Paese. Per i fornitori si traducono in nuove risorse su cui fare leva per l’innovazione, la digitalizzazione e la sostenibilità, mentre per i brand l’integrazione verticale è chiave per garantire la conservazione di competenze di alto livello nel perimetro aziendale. Infine, il miglioramento della trasparenza e della tracciabilità della catena di fornitura consente alle aziende di identificare e mitigare in modo più efficace i rischi legati alla sostenibilità sociale, tema di importanza critica per il cliente finale e la industry tutta.

Il manifesto dei materiali

Il rapporto delinea sei principi da cui partire per creare una solida strategia di materiali:

  1. Sviluppare una tracciabilità completa per ridurre i rischi delle supply chain e comprendere pienamente l’impatto di ogni materiale.
  2. Utilizzare un approccio scientifico per rafforzare il processo decisionale e soddisfare gli stakeholder.
  3. Diversificare il portafoglio di materiali per distribuire i rischi e rendere le operazioni più resilienti.
  4. Costruire un business case che porti a una triplice vittoria: per le aziende, per i fornitori e per la natura.
  5. Rafforzare i rapporti con i fornitori lungo la filiera.
  6. Assicurarsi che le conoscenze, gli strumenti e gli incentivi siano condivisi in tutta l’azienda.

La crisi climatica, così come il contesto politico e normativo, gli investitori e i consumatori, richiamano le aziende di moda ad agire con coraggio e investire in strategie sia per l’approvvigionamento di materie prime, che nelle relazioni con l’intera filiera, per procedere in modo deciso verso gli obiettivi climatici del 2030, una scadenza fondamentale e ormai quasi dietro l’angolo.


Media Contact:

Quantis

Emanuela Boem
Marketing & Comms Manager, Italy + Fashion & Sporting Goods
M +39 348 6115791
Corso Magenta, 10 20123 Milano · Italy

Boston Consulting Group

Alessia Esposito
Communication & Content Manager
M +39 366 7809577
Via Ugo Foscolo, 1 20121 Milano · Italy

Rita Genuardi
Marketing Specialist
Tel. +39 344 0173796
Via Ugo Foscolo, 1 20121 Milano · Italy

Boston Consulting Group (BCG), nata nel 1963, è oggi leader della consulenza strategica, con più di 90 uffici in 50 paesi e 22.000 professionisti. BCG è al fianco dei clienti in diversi settori e geografie per identificare insieme le opportunità a maggior valore aggiunto, affrontare le sfide critiche e aiutarli nella trasformazione del business. Presente nel nostro Paese da oltre trent’anni, BCG Italia opera attraverso i due uffici di Milano e Roma ed è alla guida del Sistema EMC.

Quantis è una società di consulenza leader nel campo della sostenibilità ambientale che, con un approccio pionieristico e di stampo scientifico, supporta le aziende nell’affrontare e ridurre il loro impatto sull’ambiente. Con sedi in Francia, Germania, Stati Uniti e Svizzera, dal 2019 Quantis è ufficialmente attiva in Italia dove vanta una vasta e diversificata gamma di servizi che le consente di affiancare le società clienti, in particolare nei settori FMCG e finanziario, per supportarle nella riduzione degli impatti, nell’implementare con successo percorsi di cambiamento e per operare entro i limiti del pianeta.

Per maggiori informazioni: www.quantis.com

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Quantis presenta le 10 parole della sostenibilità per il 2024

Cosa si intende per mitigazione? Qual è la differenza tra adattamento e resilienza, nel contesto della comunicazione di sostenibilità? Che livello di articolazione sottendono queste espressioni, anche nella prospettiva dell’imminente COP28?
Cosa si intende per mitigazione? Qual è la differenza tra adattamento e resilienza, nel contesto della comunicazione di sostenibilità? Che livello di articolazione sottendono queste espressioni, anche nella prospettiva dell’imminente COP28?

Cosa si intende per mitigazione? Qual è la differenza tra adattamento e resilienza, nel contesto della comunicazione di sostenibilità? Che livello di articolazione sottendono queste espressioni, anche nella prospettiva dell’imminente COP28?

Milano, 29 novembre 2023  Quantis, società leader per la consulenza ambientale, ha individuato in 10 concetti chiave i temi del dibattito quotidiano rispetto alla sostenibilità, che saranno centrali anche nel 2024. Simone Pedrazzini, direttore di Quantis Italia, spiega perché: “Abbiamo redatto un glossario che punta ad essere un vademecum per comprendere la portata degli impegni che i Governi, le aziende e le organizzazioni hanno sottoscritto. Vincoli che ci legano al nostro Pianeta e che, nella direzione della trasformazione sostenibile e dell’integrazione della dimensione sociale, ci ricordano il legame con l’intera comunità umana e con le generazioni future. Il lessico della sostenibilità risulta tanto più complesso quanto più, oltre al climate change, diventa evidente l’impronta dell’attività umana sull’ambiente in cui viviamo, rispetto ai nove i limiti planetari”.

1. Circolarità

Con circolarità si intende un quadro di soluzioni sistemiche che prende le mosse da tre principi: eliminare i rifiuti e l’inquinamento, re-immettere in circolo prodotti e materiali e usare materiali e fonte energetiche rinnovabili. La transizione verso un’economia circolare comporta il disaccoppiamento dell’attività economica dal consumo delle risorse limitate nel pianeta.

Il paradigma economico fino ad ora dominante è stato lineare, ovvero “prendi, produci, getta”: le materie prime vengono estratte dall’ambiente, i beni prodotti utilizzati – anche per brevi periodi – e scartati come rifiuti senza ulteriore utilizzo, né valorizzazione del “fine vita”. Nell’economia circolare i prodotti a fine vita vengono riutilizzati o rigenerati o, ove non possibile, disassemblati e i materiali di cui sono fatti riciclati e re-immessi nel ciclo produttivo.

A lungo termine questo si tradurrà nella generazione di opportunità commerciali ed economiche, fornirà benefici ambientali e sociali e favorirà la resilienza rispetto anche al cambiamento climatico, ponendosi come alternativa al modello lineare.

2. Approccio del ciclo di vita e Approccio sistemico

Ciò che distingue un approccio circolare da un approccio lineare è una visione sistemica, ovvero del ciclo di vita di ogni prodotto. Prendere in considerazione i flussi di risorse e gli impatti ambientali associati a un prodotto lungo tutta la catena del valore – dalle fasi dall’acquisizione delle materie prime, alla lavorazione, distribuzione, uso e processi di fine vita, fino agli impatti correlati –  determina che per ogni prodotto o servizio venga raccolto un ampio spettro di informazioni ambientali rilevanti, rispetto alla variazione di capitale naturale legata al bene. Tutto ciò spinge alla presa di consapevolezza ed all’azione.

3. Capitale Naturale

Con capitale naturale si intende lo stock di risorse naturali rinnovabili e non rinnovabili sulla terra – ad esempio piante, animali, aria, acqua, suolo, minerali – che si combinano per produrre un flusso di benefici o “servizi” alle persone (cfr. Atkinson e Pearce 1995; Jansson et al. 1994).

4. Servizi ecosistemici

I servizi ecosistemici (“ecosystem services”) sono quei servizi che i sistemi naturali generano a favore dell’uomo: secondo la definizione proposta dal MEA – Millennium Ecosystem Assessment, i servizi ecosistemici sono i “molteplici benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano” (MEA, 2005).

I Servizi Ecosistemici possono essere raggruppati in 3 categorie principali, alla cui base ci sono i servizi di supporto alla vita, cioè i servizi essenziali per garantire gli altri. Nello specifico:

  • regolazione del clima, delle acque e suolo (ad esempio per la prevenzione del dissesto idrogeologico), l’impollinazione, la presenza di habitat per la biodiversità;
  • approvvigionamento di cibo, materie prime e acqua dolce;
  • servizi culturali, estetici, ricreativi, educativi, spirituali, artistici, identitari.

5. Water Risk Assessment

Un’analisi che considera i potenziali rischi legati all’acqua, in termini qualitativi e quantitativi, e ne valuta impatti e dipendenze per individui, aziende e società, considerando la disponibilità e la qualità dell’acqua, gli eventi meteorologici estremi e l’accesso all’acqua potabile sicura e ai servizi igienico-sanitari. Un’analisi che approfondisce e completa quella della Water Footprint, ovvero il totale dell’acqua dolce utilizzata/necessaria durante la vita da un bene o servizio.

Acronimo utilizzato su scala internazionale per riferirsi all’area di impegno combinato volta ad affrontare i bisogni idrici fondamentali dell’uomo e i diritti di ognuno relativi all’accesso ed alla sicurezza della risorsa idrica. Con WASH si intende la fornitura di acqua potabile sicura, servizi igienico-sanitari adeguati ed educazione all’igiene, per combattere le malattie in particolare legate all’acqua.

7 . Land Use Change

Significa conversione di una parte di terreno da uno scopo ad un altro.  Quando queste conversioni prevedono il passaggio da sistemi in grado di immagazzinare carbonio a sistemi che ne possono immagazzinare meno, o che addirittura ne rilasciano più di quello che assorbono, si ha un’emissione netta di gas serra. Uno dei casi più comuni, che è anche una delle principali fonti di emissioni di gas ad effetto serra di origine antropica, è la deforestazione praticata per creare nuove aree da destinare ad agricoltura e allevamento.

8. Mitigazione (interventi di)

Azioni volte a ridurre le emissioni o potenziare i pozzi di assorbimento dei gas serra al fine di ridurre il rischio climatico. Si qualificano come interventi di mitigazione l’uso più efficiente dei combustibili fossili nei processi industriali o il passaggio dai combustibili fossili alle fonti di energia rinnovabile.

9. Adattamento e resilienza

Nel contesto del rapporto dell’uomo con il cambiamento climatico, l’adattamento si riferisce al modo in cui gli esseri umani possono modellare il proprio comportamento per far fronte agli impatti dei cambiamenti climatici già in corso.

La resilienza è la capacità delle catene del valore di adattarsi, resistere o evitare l’impatto di un’interruzione o di una perturbazione legate non solo ai cambiamenti climatici, ma anche a tematiche di mercato quali concorrenza inaspettata o cambiamenti nei comportamenti dei clienti.

Adattamento e resilienza sono termini usati spesso in modo intercambiabile nelle comunicazioni di sostenibilità. Sono concetti complementari. L’adattamento si riferisce al cambiamento di qualcosa per adattarsi a un nuovo ambiente; la resilienza, invece, è la capacità di anticipare shock futuri e riprendersi dai potenziali impatti.

Nel contesto della sostenibilità, l’adattamento può aiutare a costruire la resilienza aziendale di fronte all’incertezza ambientale. Adottando una strategia di sostenibilità olistica e trasformativa a lungo termine, le aziende e le società possono sia mitigare i rischi attuali sia prepararsi meglio per il futuro.

10. Governance: COP, Accordi di Parigi, Global Stocktake

La Conferenza annuale delle Parti (COP) riunisce i 197 Paesi che hanno ratificato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). La prima Conferenza delle Parti si è tenuta a Berlino nel 1995; la 28esima COP inizierà domani a Dubai.

Per la prima volta quest’anno, a Dubai, si discuterà il Global Stocktake, ovvero una valutazione da parte degli Stati rispetto ai progressi compiuti verso gli obiettivi fissati nell’accordo di Parigi e verrà tracciata una linea d’azione. Questo “bilancio globale” rappresenta un punto di svolta che consentirà ai Paesi di verificare collettivamente i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi di Parigi. La logica sottesa è quella dell’inventario. Ovvero, a Dubai, si esamineranno il sostegno dato e i risultati in materia di azione climatica, per identificare eventuali punti deboli e lavorare insieme per concordare percorsi di soluzione (fino al 2030 e oltre).

L’accordo di Parigi, adottato durante la COP 21 tenutasi a Parigi nel 2015 ed è entrato in vigore l’anno successivo, è un trattato vincolante, a livello globale, sul cambiamento climatico che ha sancito l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a un livello significativamente inferiore a 2 gradi Celsius, se possibile attestandosi su +1,5°, rispetto ai livelli preindustriali.

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Quantis nomina Allon Zeitoun nuovo Managing Director e Global Leader

Allon Zeitoun
Allon Zeitoun

Zeitoun guiderà la società di consulenza che supporta le imprese nel proprio percorso di trasformazione sostenibile

MILANO – 18 settembre 2023 Quantis, società di consulenza leader nel campo della sostenibilità ambientale, annuncia oggi la nomina di Allon Zeitoun quale nuovo Managing Director e Global Leader.

Dalla sede di Parigi, Zeitoun guiderà il team Quantis con l’obiettivo di continuare a supportare le imprese clienti nell’operare all’interno dei limiti del pianeta.

“Sono entusiasta di unirmi al team – ha dichiarato Allon ZeitounQuantis è una realtà molto variegata dove scienziati, ingegneri e consulenti incredibilmente talentuosi e motivati ogni giorno lavorano a fianco delle aziende per accompagnarle in un percorso che ha come traguardo la sostenibilità. Mi impegnerò affinché sempre più aziende in tutto il mondo riconoscano in Quantis un partner affidabile in questa transizione: un processo che è già in atto, ma che deve compiersi più velocemente perché il pianeta ne ha bisogno e non può più aspettare. Siamo qui per affrontare questa sfida e non vedo l’ora di iniziare a lavorare per raggiungere questo obiettivo”.

Zeitoun vanta oltre un decennio di esperienza nella consulenza strategica, in particolare otto anni trascorsi presso la società madre di Quantis, Boston Consulting Group (BCG), dove ha maturato ampia conoscenza nei settori dei beni di consumo e della sanità, supportando trasformazioni aziendali strategiche su larga scala. Ha poi ricoperto il ruolo di CEO di Naturalia, società leader nel mondo dell’alimentazione biologica, cresciuta grazie alla sua guida diventando la prima e unica realtà francese nel settore della vendita al dettaglio di prodotti alimentari certificata B Corp.

A partire dal momento dell’acquisizione da parte di BCG nel 2022, Quantis ha continuato a rafforzare le proprie competenze in materia di clima e sostenibilità, e proseguirà in questa direzione sotto la guida di Allon che coordinerà il team nella collaborazione con numerose grandi aziende internazionali, impegnate nel processo di transizione per ridurre l’impatto ambientale dei propri business. Il percorso consulenziale e di imprenditore maturato da Zeitoun ha permesso al nuovo Managing Director di Quantis di acquisire uno stile di leadership che combina la visione strategica all’orientamento tattico e commerciale.

“Siamo lieti di dare il benvenuto ad Allon nel team per continuare nel percorso che Quantis ha tracciato negli ultimi 17 anni – chiosa Guillaume Charlin, Amministratore Delegato e senior partner di BCG e Presidente di QuantisLa dedizione di Allon alla causa della sostenibilità e la capacità strategica lo rendono la persona più adatta per guidare l’azienda siamo impazienti di vederlo all’opera nel nuovo ruolo globale a lui affidato”.

“Siamo felici di accogliere Allon in Quantis – commenta Simone Pedrazzini, Director di Quantis in Italia – La nostra società da anni è partner di imprese di primissimo livello, sia in Italia sia a livello internazionale, in settori in forte crescita come la cosmetica, la moda e il settore alimentare che stanno intraprendendo un importante quanto impegnativo percorso di rinnovamento sulla strada verso la sostenibilità. L’ingresso di Allon rappresenterà un valore aggiunto grazie all’expertise maturata, soprattutto nel food e nel food retail, settori strategici in Italia e critici per la trasformazione sostenibile”.

Per saperne di più su Quantis, visita: www.quantis.com.

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ABOUT YOU, YOOX NET-A-PORTER e ZALANDO fanno crescere la conoscenza degli obiettivi climatici tra i brand di moda

AY, YNAP, ZALANDO and Quantis

Un incremento dell’85% nella comprensione degli obiettivi climatici tra i brand partner, grazie al programma “FASHION LEAP FOR CLIMATE” che inaugura il suo secondo anno di attività.

LONDRA, REGNO UNITO, E AMBURGO/ BERLINO, GERMANIA (13 LUGLIO 2023) – ABOUT YOU, YOOX NET-A-PORTER e Zalando ampliano l’iniziativa “FASHION LEAP FOR CLIMATE”. A luglio 2023 prende il via il secondo anno di un progetto di collaborazione unico: tre marchi leader nella vendita online al dettaglio potenziano la piattaforma di apprendimento sul clima che hanno co-creato ed estendono l’invito a ben 250 dei loro brand partner: un numero in crescita rispetto ai 55 che avevano partecipato alla fortunata prima edizione.  

Inaugurata nel 2022 grazie alla partnership unica fra ABOUT YOU, YOOX NET-A-PORTER e Zalando, la piattaforma FASHION LEAP FOR CLIMATE supporta i marchi di moda nel misurare la propria impronta di carbonio (footprint) e a definire obiettivi in linea con le basi della scienza del clima (1). I brand partner dei tre colossi della vendita online che hanno utilizzato la piattaforma nel suo primo anno di vita hanno acquisito maggiore sicurezza riguardo a questo tema, registrando un significativo miglioramento, pari all’85% nella comprensione degli science-based target (SBT) al completamento del programma di formazione (2). 

Tutti i brand partner che hanno partecipato finora hanno dichiarato che consiglierebbero FASHION LEAP FOR CLIMATE ad altri, affermando anche di sentirsi più preparati a impostare science-based target per il futuro. In particolare, oltre metà dei partecipanti indica di voler definire i propri SBT nel corso del prossimo anno grazie alle conoscenze acquisite. Quasi tutti (91%) hanno sottolineato di aver apprezzato le opportunità di collaborazione offerte dalla piattaforma, l’invito alla discussione e lo scambio di idee con esperti di sostenibilità e rappresentanti di altri brand. 

Il primo anno di FASHION LEAP FOR CLIMATE ha consentito ai tre giganti dell’e-retail di comprendere meglio come ottimizzare la piattaforma e incrementare così al massimo i progressi nella definizione di obiettivi sul clima in linea con la scienza. Per il secondo anno, ABOUT YOU, YOOX NET-A-PORTER e Zalando intendono offrire ancora più valore e flessibilità a una selezione più ampia di brand partner, nel corso di tutto il 2023. In questa seconda edizione, i partecipanti potranno seguire un corso live di otto settimane (otto ore suddivise in quattro moduli) tramite un percorso di ingaggio che fornirà loro un supporto su misura oppure svolgerlo in completa autonomia grazie alla funzionalità di apprendimento on-demand. 

Il programma è una componente fondamentale dell’impegno nei confronti del clima delle tre società di vendita online, ognuna delle quali lavora per aiutare i propri brand partner a ridurre le emissioni e raggiungere i propri obiettivi di emissioni Scope 3 (3). 

Guardando al futuro, le tre aziende riconoscono il potenziale per ampliare la portata della piattaforma, in modo che sia disponibile a tutti i brand partner delle aziende di moda e a tutto il settore in generale.

Noi di ABOUT YOU crediamo che la collaborazione e la trasparenza siano essenziali per conseguire un cambiamento sostenibile in tutto il settore. Per aiutare l’assunzione di responsabilità, così come rendere possibile una maggiore comparabilità tra gli attori, stimolando un cambiamento positivo nel settore della moda. Siamo orgogliosi dei grandi risultati di FASHION LEAP FOR CLIMATE e non vediamo l’ora di inaugurare il suo secondo anno insieme a Zalando e YOOX NET-A-PORTER. Il completamento dei percorsi di apprendimento da parte dei primi brand partner che hanno partecipato è stato un primo passo cruciale nella giusta direzione. Siamo convinti che, per creare un cambiamento sostenibile, serviranno altre iniziative collettive da parte di tutto il settore”.Hannes Wiese, Co-CEO, ABOUT YOU Holding SE

“YOOX NET-A-PORTER ha definito obiettivi ambiziosi per ridurre il proprio impatto ambientale. I nostri brand partner sono i più ricercati nell’ambito del lusso: siamo fieri di supportarli nell’affrontare questo tema complesso e nel ridurre, insieme, il nostro footprint di carbonio. Forti dei promettenti risultati ottenuti nel primo anno di FASHION LEAP FOR CLIMATE, non vediamo l’ora di inaugurare il secondo anno in collaborazione con ABOUT YOU e Zalando. Questa iniziativa esprime il potenziale di collaborazione intrinseco nel settore e mobilita l’ambizione condivisa a creare un futuro più sostenibile nel mondo del fashion”. Alison Loehnis, CEO ad interim, YOOX NET-A-PORTER

“Zalando si impegna per unire vari stakeholder del settore affinché affrontino le sfide insieme. Crediamo che sia un aspetto fondamentale per produrre effetti positivi nella industry. Siamo fieri di dare il via al secondo anno di FASHION LEAP FOR CLIMATE in collaborazione con ABOUT YOU, YOOX NET-A-PORTER e Quantis: è una delle nostre iniziative di cooperazione più importanti, che aiuta i nostri partner a definire i propri obiettivi sul clima in linea con le conoscenze scientifiche. È molto incoraggiante vedere come, dal lancio dell’iniziativa a luglio 2022, i primi brand partner abbiano completato il percorso di formazione e migliorato la propria conoscenza del tema, facendo passi in avanti per la tutela del clima. Siamo fortemente convinti che queste partnership siano la forza motrice del progresso e che solo lavorando insieme sia possibile creare un impatto a lungo termine”. – David Schneider, Co-CEO, Zalando SE

La piattaforma di apprendimento FASHION LEAP FOR CLIMATE è sponsorizzata al 100% da ABOUT YOU, YOOX NET-A-PORTER e Zalando e curata da Quantis, società leader per la consulenza in materia di sostenibilità. I brand partner di ABOUT YOU, YOOX NET-A-PORTER e Zalando che vogliono scoprire come misurare le emissioni di gas serra, impostare obiettivi in linea con le basi della scienza climatologica e sottoporli ad SBTi, oltre ai retailer che intendono  accelerare l’adozione di science-based target tra i propri brand partner, sono invitati a scrivere a info@fashionleapforclimate.com

Per maggiori informazioni su FASHION LEAP FOR CLIMATE, visitare: https://fashionleapforclimate.com/ 


Note

  1. Gli science-based target sono definiti dalla Science Based Targets initiative (SBTi), una partnership globale fra UN Global Compact (Patto mondiale delle Nazioni Unite), CDP, World Resources Institute e World Wide Fund for Nature (WWF).
  2. I partecipanti hanno valutato le proprie conoscenze riguardo agli SBT passando da un punteggio pari a 3,9 prima dell’esperienza di formazione offerta da Fashion Leap for Climate a 7,2 dopo di essa: un aumento dell’85%. I punteggi potevano essere espressi su una scala da 0 a 10, in cui il 10 rappresentava una conoscenza perfetta.
  3. Le misure di riduzione delle emissioni di YOOX NET-A-PORTER contribuiscono agli science-based target definiti dalla sua società madre Richemont, validati nel 2021.

Per richieste di informazioni all’ufficio stampa si prega di contattare:

Laila Helmy: presse@aboutyou.com
Nicola Surgett: press@ynap.com
Larisse Mac Donald: press@zalando.com
Emanuela Boem, press@quantis.com

ABOUT YOU

ABOUT YOU digitalizza lo shopping offline creando un’esperienza di acquisto stimolante e personalizzata sullo smartphone. ABOUT YOU si concentra sui clienti, sostenendoli nell’espressione della propria individualità tramite la moda. Sul sito web aboutyou.com e sull’app pluripremiata ABOUT YOU, i clienti possono trovare l’ispirazione in modo versatile e scegliere fra oltre 600.000 articoli di circa 3.800 marchi. Contando più di 45 milioni di utenti attivi al mese, ABOUT YOU è uno dei negozi online di moda più grandi d’Europa. Attivo in tutti i mercati chiave dell’Europa continentale, offre complessivamente opzioni di spedizione internazionale verso circa 100 Paesi. Tramite SCAYLE, ABOUT YOU mette a disposizione la propria tecnologia di e-commerce di proprietà come prodotto software-as-a-service a marchi e rivenditori al dettaglio, consentendo loro di far crescere il proprio business D2C su scala internazionale. ABOUT YOU è quotata alla borsa di Francoforte.

Per richieste di informazioni da parte della stampa, contattare Laila Helmy: presse@aboutyou.com

YOOX NET-A-PORTER

YOOX NET-A-PORTER è una società leader nella vendita online al dettaglio di articoli di moda e lusso. Costituita da quattro store online multi-brand (NET-A-PORTER, MR PORTER, THE OUTNET e YOOX), mette in contatto la clientela con i marchi più ricercati al mondo, offrendo uno stile eccezionale e un servizio impeccabile. Inoltre, la divisione ONLINE FLAGSHIP STORES di YOOX NET-A-PORTER collabora con i marchi del lusso più importanti al mondo per alimentare le loro destinazioni di e-commerce.   

Con 5,3 milioni di clienti in 180 Paesi, YOOX NET-A-PORTER segue un approccio di localizzazione dell’offerta di servizi alla propria clientela a livello globale tramite la sua rete di uffici e sedi operative negli Stati Uniti, in Europa e nella regione APAC, e mediante le joint venture con Alibaba in Cina e Symphony Investments nel Medio Oriente.    

YOOX NET-A-PORTER porta avanti la strategia Infinity 2030 in tutta la propria attività: un impegno a lungo termine per favorire un sistema moda più sostenibile e circolare. Potendo contare su ben 20 anni di raccolta dati e informazioni, YOOX NET-A-PORTER continua ad adottare tecnologie di nuova generazione, fra cui intelligenza artificiale, realtà aumentata e identità digitale, per evolversi e migliorare le esperienze dei clienti.  

YOOX NET-A-PORTER è un’azienda di Richemont.  

Per maggiori informazioni su YOOX NET-A-PORTER, visitare www.ynap.com.

Per richieste di informazioni da parte della stampa, contattare Nicola Surgett: press@ynap.com.

ZALANDO

Zalando (https://corporate.zalando.com) è una piattaforma online leader in Europa per moda e lifestyle. Fondata a Berlino nel 2008, propone a oltre 51 milioni di utenti attivi in 25 mercati diversi una gamma completa di articoli di moda, che comprende abbigliamento, calzature, accessori e prodotti per la bellezza. La varietà di marchi che commercializza spazia da brand famosi in tutto il mondo a realtà locali. La piattaforma Zalando è una destinazione unica per chi cerca ispirazione, innovazione, interazione e shopping. In qualità di azienda tecnologica più di tendenza d’Europa, lavoriamo sodo per individuare soluzioni digitali per ogni aspetto del percorso della moda: per i nostri clienti, i nostri partner e per ogni prezioso attore della storia di Zalando. La nostra vision è diventare il punto di partenza dell’esperienza di moda, nonché una piattaforma sostenibile in grado di creare un impatto positivo in termini di emissioni per le persone e per il pianeta. 

Per richieste di informazioni da parte della stampa, contattare Larisse Mac Donald: press@zalando.com.

QUANTIS

Quantis è una società di consulenza leader nel campo della sostenibilità ambientale che, con un approccio pionieristico e di stampo scientifico, supporta le aziende nell’affrontare e ridurre il loro impatto sull’ambiente. Con sedi in Francia, Germania, Stati Uniti e Svizzera, dal 2018 Quantis è ufficialmente attiva in Italia dove vanta una vasta e diversificata gamma di servizi che le consente di affiancare le società clienti, in particolare nei settori FMCG e finanziario, per supportarle nella riduzione degli impatti, nell’implementare con successo percorsi di cambiamento e per operare entro i limiti del pianeta.

Per maggiori informazioni: www.quantis.com

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In Italia l’80% delle aziende sanitarie dichiarano di avere strategie ESG, ma serve un nuovo paradigma

Sostenibilità in sanità - In quale direzione si stanno muovendo le aziende?
Sostenibilità in sanità - In quale direzione si stanno muovendo le aziende?

Secondo ALTIS Università Cattolica, CERISMAS, BCG e Quantis, il settore sanitario italiano si sta muovendo verso la transizione sostenibile, ma siamo ancora all’inizio del percorso.

Milano, 22 marzo 2023 – In un mondo in cui la crescita economica è obiettivo primario, è ormai necessario guardare alla sostenibilità ambientale e sociale come una nuova priorità. 

La sostenibilità è la vera sfida del presente – commenta Simone Pedrazzini, Direttore di Quantis Italiatuttavia la sostenibilità è un percorso, che richiede risorse e modifiche strutturali nei modelli operativi aziendali. Iniziative pre-competitive e il confronto con le migliori prassi, a livello di Industry, può aiutare questo sforzo collettivo. Questa la direzione della ricerca”.  

Il settore sanitario non fa infatti eccezione e, oltre all’obiettivo di assicurare salute e benessere all’intera popolazione, è chiamato oggi ad azioni responsabili verso i propri stakeholder e verso l’ambiente. L’adozione di pratiche sostenibili è inoltre, un requisito irrinunciabile nei rapporti delle aziende con fornitori e partner: fino all’11% delle gare d’appalto farmaceutiche nei primi 5 Paesi Europei includono requisiti ESG.

Recenti stime pubbliche prevedono che le emissioni legate ai sistemi di raffreddamento ospedalieri aumenteranno di 4 volte entro il 2040, mentre, sul fronte sociale, stando ai dati World Bank e World Health Organization, ogni anno 100 milioni di persone a livello globale sono ridotte in povertà a causa delle spese sanitarie sostenute. Il nostro Paese non fa eccezione: sono circa 9 milioni i cittadini con difficoltà di accesso alle cure; i tempi di attesa per visite ed esami diagnostici sono aumentati del 25% nel triennio 2014-2017, diventando nel 2021 la principale ragione di insoddisfazione verso il sistema sanitario nazionale

ALTIS Università Cattolica, CERISMAS, BCG e Quantis hanno avviato una collaborazione con l’obiettivo di indagare la propensione delle aziende sanitarie italiane a integrare elementi di sostenibilità socio-ambientale nelle proprie strategie. L’indagine è condotta attraverso (i) interviste a un campione di leader di aziende sanitarie italiane, (ii) un questionario rivolto a 55 aziende del settore per raccogliere le loro percezioni, (iii) un’analisi dei bilanci di sostenibilità di 14 aziende del settore.

Ne emerge che in Italia l’interesse per il tema sia forte e diffuso, quasi l’80% delle aziende sanitarie intervistate dichiara di aver definito una strategia di sostenibilità o di essersi attivate per svilupparla. I risultati della ricerca evidenziano un crescente livello di consapevolezza delle aziende rispetto alle preoccupazioni sociali e ambientali, con il 36% di aziende che ha già formulato una strategia di sostenibilità sociale e ambientale chiara e articolata e un ulteriore 42% impegnato attivamente nel definire i propri piani di sostenibilità. 

La ricerca mostra poi una tendenza a esplorare iniziative di carattere sociale e ambientale che vede, per esempio, il 60% delle aziende attualmente impegnate nella realizzazione o sperimentazione di iniziative a beneficio di pazienti e clienti. Anche l’allocazione delle risorse per investimenti futuri riflette una crescente attenzione al tema, con il 73% di aziende che riferisce di adottare criteri di sostenibilità nel prendere questo tipo di decisioni, sebbene, nella maggior parte dei casi, non in maniera sistematica.

L’analisi del campione di bilanci non finanziari ha confermato che sei delle principali case farmaceutiche italiane nel 2021 riporta una media dell’intensità di emissioni di CO2 di Scope 1 e Scope 2 intorno alle 37 tonnellate di CO2 equivalente per ogni milione di euro di fatturato (CO2e/€M), ben al di sotto del valore globale di 54 tonnellate di CO2e/€M rilevato nel 2015. Così come la percentuale di acqua riciclata varia dal 12% al 29%, a fronte di un dato globale del 27%.

“Nonostante i risultati dello studio dimostrino con chiarezza un impegno significativo delle aziende nell’adozione di pratiche sostenibili, lo stesso lascia emergere un approccio ancora acerbo: un numero limitato di aziende misura i propri obiettivi di sostenibilità seguendo standard internazionali riconosciuti e predisponendo una figura dedicata all’ESG.” spiega Alessandra Catozzella, Partner di BCG. Infatti, il 90% delle aziende dichiara di utilizzare almeno un indicatore per monitorare il proprio impatto ambientale, tuttavia, vi è la necessità di un’adozione più ampia e strutturata per promuovere al meglio le singole iniziative di sostenibilità.

Negli ultimi anni, è aumentata anche l’attenzione verso il benessere degli stakeholder interni. Esempi di iniziative ampiamente adottate includono attività formative e di sviluppo del personale (adottate dall’89% delle realtà intervistate) e attività volte a garantire la salute e la sicurezza sul lavoro (83%). 

Nella conciliazione della vita privata con quella lavorativa si notano più discrepanze, soprattutto tra le aziende sanitarie e sociosanitarie, oggettivamente più in difficoltà su questo fronte anche a causa della natura “deskless” dell’attività (ovvero che non prevede un lavoro di ufficio, ma di contatto diretto con il pubblico), nonché più esposte a fattori di stress/rischi rispetto ad altri settori. Questa declinazione di sostenibilità verso i dipendenti è fondamentale, come sottolineano i dati raccolti da BCG, per cui il 70% dei lavoratori europei, nella scelta di un nuovo impiego, mettono l’equilibrio tra lavoro e vita privata al primo posto nella scala delle priorità

Per facilitare questo processo di diffusione della “cultura della sostenibilità” è necessario promuovere un approccio sistematico e strutturato che parta dalla definizione di obiettivi chiari, concreti e misurabili, per arrivare alla misurazione e alla rendicontazione degli impatti generati, mettendo a fattor comune le migliori esperienze presenti sul territorio. 

Come afferma Matteo Pedrini, Vicedirettore ALTIS e Professore ordinario di Corporate strategy, Università Cattolica del Sacro Cuore: “Per favorire la transizione verso modelli di business più sostenibili, nell’ambito del settore sanitario è necessario un approccio sempre più strutturato e che parta dalla definizione di obiettivi concreti da raggiungere nel medio-lungo termine. Pur riconoscendo il naturale ruolo sociale delle aziende sanitarie, queste non sono esentate dal tentativo di migliorare il loro impatto sull’ambiente naturale e sulla società nel suo complesso”.

L’adozione di pratiche sostenibili nel settore sanitario non è ancora diffusa in maniera organica come è evidente principalmente in tre ambiti:

    1. Definizione e monitoraggio degli obiettivi. Poco più della metà delle aziende rispondenti ha stabilito target socio-ambientali concreti, e solo l’8% di questi ha definito obiettivi di sostenibilità riconosciuti secondo standard intenzionali, mentre nessuna ad oggi si è attrezzata per gli imminenti standard sul fronte Natura (SBTn e TNFD) che verranno introdotti nel 2023.
    2. Incentivazione. Un modo per raggiungere questo traguardo è di includere obiettivi di sostenibilità all’interno del sistema incentivante dei manager, strategia che al momento adottano solo 3 su 10 delle aziende intervistate. 
    3. Governance e gestione. Solo un terzo dei rispondenti ha creato un comitato con deleghe alla sostenibilità e poco meno della metà ha un’unità organizzativa dedicata alle tematiche di sostenibilità. Su questo aspetto i comparti più avanzati sono il farmaceutico e delle tecnologie mediche, mentre sembra essere di minor priorità per gli attori ospedalieri e sociosanitari.

L’adozione dei parametri ESG e la transizione verso pratiche sostenibili portano vantaggi a livello aziendale, ma anche ambientale, umano e sociale. Per questo motivo, per le aziende sanitarie l’imperativo è ancora più urgente. Sostenere un tale cambiamento richiede numerose risorse così come modifiche sostanziali nei modelli operativi aziendali, ma non deve essere rallentata da limitazioni organizzative o implementative. 

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Quantis si unisce a BCG per accelerare la trasformazione sostenibile nel mondo del business

Acquisition
Acquisition

Clima, Sostenibilità e rispetto dei limiti planetari

In Sintesi:

  • BCG acquisisce Quantis per continuare a rafforzare le proprie
    competenze in materia di Clima e Sostenibilità (C&S).
  • Quantis supporterà le società nello sviluppo di strategie su misura per l’allineamento ai Planetary Boundaries

MILANO, 15 settembre 2022—Boston Consulting Group (BCG), la principale società di consulenza strategica su scala globale, ha annunciato di avere stretto un accordo per acquisire Quantis, società di consulenza di sostenibilità ambientale, per supportare le aziende nel loro percorso verso la transizione sostenibile. 

L’acquisizione verrà finalizzata nel corso del mese, spiegano le parti. 

Quantis, fondata nel 2006, è cresciuta fino a contare oggi oltre 270 professionisti, esperti ambientali e di trasformazione sostenibile, con sedi in Europa e negli Stati Uniti. Società di consulenza globale con comprovata esperienza nell’implementazione di un approccio sistemico e science-based, Quantis è riconosciuta per la capacità di guidare soluzioni innovative a sfide ambientali critiche e diversificate, dal cambiamento climatico e la perdita di biodiversità alla scarsità d’acqua, dalla deforestazione all’inquinamento da plastica, suggerendo soluzioni per operare nel rispetto dei Planetary Boundaries. Quantis opererà come business unit autonoma all’interno di BCG mantenendo Brand e leadership team autonomi.

“Di fronte a sfide ambientali sempre più urgenti, continuiamo a investire con coraggio in quanto leader di mercato in materia di clima e sostenibilità”, prosegue Davide Di Domenico, Managing Director & Senior Partner e Leader dell’area East Mediterrean and Caspian. “Oltre a rafforzare BCG con l’acquisizione di Quantis, prevediamo di reclutare molti altri esperti di clima e sostenibilità nei prossimi anni e di continuare ad espandere la nostra rete di partnership”.

“L’acquisizione di Quantis rappresenta un momento entusiasmante e rafforza la nostra capacità di aiutare i clienti a proteggere il nostro pianeta ed evolversi in ottica di sostenibilità”, afferma Christoph Schweizer, CEO globale di BCG. “Molti dei CEO con cui parlo sono motivati verso questa direzione, ma cercano la profonda esperienza che il team Quantis saprà offrire per risolvere problemi complessi. Sono orgoglioso di accogliere in BCG un team di scienziati ed esperti ambientali di tale livello, passione e competenza”.

Simone Pedrazzini, Direttore Quantis Italia spiega: “Questa partnership ci permette di progredire ulteriormente nel percorso di supporto alla trasformazione sostenibile dei business. È una nuova pagina della nostra storia, che ci faciliterà nel raggiungere l’obiettivo di confrontarci con le C-suite, i Board e le figure apicali delle aziende, per portare il dibattito su tutti i piani e a diversi livelli. Siamo di fronte ad una sfida che ci entusiasma, e che vogliamo cogliere mettendo a sistema la nostra esperienza sul campo e il forte background scientifico che ci contraddistingue, costruito in questi 16 anni di storia.”

“La combinazione della vasta conoscenza di settore e della capacità di trasformazione di BCG con la profonda esperienza scientifica e la solida reputazione in ambito di sostenibilità di Quantis costituirà un traino inarrestabile per guidare il passaggio dal business as usual al business al suo meglio”, dettaglia Dimitri Caudrelier, CEO di Quantis. “La posta in gioco per il nostro pianeta non è mai stata così alta. Questo accordo ci consentirà di compiere un passo fondamentale verso la realizzazione della nostra visione di una nuova economia planetaria. Sono anche entusiasta delle opportunità che creerà per i colleghi Quantis, per aumentare il loro livello di impatto e la loro crescita professionale. L’unione con BCG ci consentirà di accelerare la trasformazione sostenibile guidata dalla scienza in cui Quantis è stata impegnata sin dal primo giorno”.

È recente l’annuncio che BCG sarà exclusive consulting partner per COP27, la Conferenza delle Parti che si terrà in Egitto a novembre, cui offrirà competenza e insight di settore a partire dalla sua vasta esperienza nell’aiutare aziende, governi e organizzazioni multilaterali ad accelerare nel loro percorso su clima e sostenibilità. Il sostegno di BCG alla COP27 integra il suo sostegno di lunga data all’agenda climatica globale, espresso attraverso collaborazioni con il WEF, i esponenti di alto livello delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici, le successive presidenze della COP, Science Based Targets initiative), CDP (Carbon Disclosure Project), Breakthrough Energy Catalyst, e First Movers Coalition.


Contatti Stampa:

BCG Italia: Alessia Esposito, +39 366 7809577 | Rita Genuardi, +39 344 0173796
Quantis Italia: Emanuela Boem, +39 348 6115791, emanuela.boem@quantis-intl.com

BOSTON CONSULTING GROUP

Boston Consulting Group (BCG), nata nel 1963, è oggi leader della consulenza strategica, con più di 90 uffici in 50 paesi e 22.000 professionisti. BCG è al fianco dei clienti in diversi settori e geografie per identificare insieme le opportunità a maggior valore aggiunto, affrontare le sfide critiche e aiutarli nella trasformazione del business. Presente nel nostro Paese da oltre trent’anni, BCG Italia opera attraverso i due uffici di Milano e Roma ed è alla guida del Sistema EMC.

QUANTIS

Quantis è una società di consulenza leader nel campo della sostenibilità ambientale che, con un approccio pionieristico e di stampo scientifico, supporta le aziende nell’affrontare e ridurre il loro impatto sull’ambiente. Con sedi in Francia, Germania, Stati Uniti e Svizzera, dal 2019 Quantis è ufficialmente attiva in Italia dove vanta una vasta e diversificata gamma di servizi che le consente di affiancare le società clienti, in particolare nei settori FMCG e finanziario, per supportarle nella riduzione degli impatti, nell’implementare con successo percorsi di cambiamento e per operare entro i limiti del pianeta.

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ABOUT YOU, YOOX NET-A-PORTER e ZALANDO insieme per lanciare una nuova azione per il clima destinata ai fashion brand

SBT climate action initiative for fashion brands
SBT climate action initiative for fashion brands

In una collaborazione unica nel settore, i tre online retailer stanno creando una piattaforma di apprendimento personalizzata per supportare i loro brand partner nel definire i propri obiettivi climatici sulla base di dati scientifici.

LONDRA (REGNO UNITO), BERLINO E AMBURGO (GERMANIA). ABOUT YOU, YOOX NET-A-PORTER e ZALANDO uniscono le forze con lo scopo comune di ridurre le emissioni di anidride carbonica all’interno delle proprie catene di valore e nell’intero settore della moda. I tre online retailer stanno lanciando una piattaforma di apprendimento online per supportare i loro brand partner nel definire, a partire da solidi  presupposti scientifici, obiettivi climatici finalizzati a ridurre le proprie emissioni di gas serra. L’iniziativa costituisce una parte fondamentale dei rispettivi percorsi climatici dei retailer, che, attraverso l’iniziativa Science Based Targets (SBTi), hanno già fissato a loro volta traguardi ambiziosi di riduzione delle emissioni.

Il programma su misura sarà disponibile gratuitamente ai brand partner di ABOUT YOU, YOOX NET-A-PORTER e ZALANDO ed è stato progettato per offrire una visione sul valore degli obiettivi climatici e sul loro processo di definizione. Al suo interno sarà disponibile un percorso di formazione passo dopo passo su come affrontare il processo di misurazione delle emissioni, stabilire traguardi ambiziosi che siano in linea con gli studi scientifici sul clima e sottoporli all’approvazione dell’iniziativa Science Based Targets. Inoltre, fornirà ai brand della moda uno spazio dove potranno sostenere un dialogo tra di loro, e con esperti di sostenibilità.

Mentre ciascuno dei tre retailer è già impegnato nel ridurre le proprie emissioni dirette, una percentuale compresa tra il 70% e il 90% delle emissioni prodotte dal settore della moda deriva da attività che si collocano a monte della catena di fornitura, come la produzione, la preparazione e la lavorazione dei materiali. L’iniziativa persegue quindi due scopi principali: far crescere le azioni climatiche in tutto il settore per ottenere una trasformazione dei sistemi e un impatto più ampio, e contribuire al contempo a ridurre le emissioni della catena del valore (Scope 3) dei tre online retailer.

In un contesto in cui gli operatori del settore sono chiamati a prendere posizioni significative sull’azione climatica, gli obiettivi scientifici convalidati dall’SBTi sono riconosciuti a livello internazionale e forniscono alle aziende percorsi ben definiti per ridurre le proprie emissioni di carbonio, garantendo allo stesso tempo una crescita a prova di futuro e la capacità di adattarsi a un panorama normativo in evoluzione, nonché aumentando la fiducia degli investitori e stimolando l’innovazione.

Stiamo vivendo un momento di cambiamento nell’industria dove allineare le emissioni di gas serra si unisce alla scienza. Ad oggi, i target di oltre 1500 aziende sono stati approvati dalla SBTi. Abbiamo impostato dei target approvati dalla SBTi, e adesso stiamo beneficiando dei nostri sforzi. 46.6% dei nostri partner hanno ottenuto l’approvazione sui propri target sulle emissioni di gas di serra entro febbraio 2022. Invitiamo tutti i nostri business partner a fare lo stesso”, ha dichiarato Hannes Wiese, co-fondatore e CEO di ABOUT YOU.

“Il nostro impegno per l’azione climatica può essere realizzato solo attraverso partnership innovative. Questo passaggio ci permette di investire sui nostri brand partner nei loro rispettivi impegni nel clima, supportandoli a definire i loro obiettivi scientifici. Insieme a ZALANDO e ABOUT YOU possiamo guidare un approccio più coerente nei nostri sforzi per ridurre le emissioni del lusso e della moda”, ha dichiarato Geoffroy Lefebvre, CEO di YOOX NET-A-PORTER.

La decarbonizzazione delle catene di fornitura, condotta in collaborazione con i fornitori, i brand, la logistica, i partner per il packaging e ora anche i nostri concorrenti, è una leva potente per favorire un cambiamento significativo nel settore della moda. Noi miriamo a far sì che entro il 2025 il 90% dei nostri partner stabilisca obiettivi basati su dati scientifici (in termini di emissioni), e la nuova piattaforma di apprendimento è un’iniziativa chiave per raggiungere questo traguardo audace” afferma David Schneider, Co-CEO di Zalando.

L’iniziativa, conforme all’antitrust e gestita in collaborazione con Quantis, società di consulenza leader nella sostenibilità ambientale con expertise in ambito climatico, sarà lanciata nell’autunno del 2022. Nel 2023, verrà messa a disposizione di tutti i brand partner. In prospettiva, i tre online retailer ritengono che la piattaforma possa essere destinata all’intero settore e aperta a tutti i fashion brand interessati e ai rivenditori impegnati in azioni climatiche significative e nella creazione di un futuro più sostenibile per la moda.


Nota per i redattori: La piattaforma di apprendimento è un’iniziativa del settore creata da ABOUT YOU, YOOX NET-A-PORTER e ZALANDO. Pur non essendo sponsorizzata dal progetto Science Based Targets (SBTi), i contenuti sono pienamente allineati con le più recenti linee guida e i criteri SBTi. Il programma formativo è curato da Quantis, azienda leader nella consulenza scientifica sulla sostenibilità che ha assistito oltre 60 aziende nel percorso di calcolo dei propri SBT.

 

Per richieste di informazioni all’ufficio stampa si prega di contattare:

Ann-Christine Klesper, presse@aboutyou.de
Nicola Surgett, press@ynap.com
Lars Müller, press@zalando.com
Emanuela Boem, press@quantis-intl.com

 

ABOUT YOU

ABOUT YOU digitalizza la classica passeggiata dello shopping creando un’esperienza d’acquisto ispirata e personalizzata sullo smartphone. In ABOUT YOU l’attenzione è rivolta ai clienti che vengono aiutati a esprimersi individualmente attraverso la moda. Sul sito web aboutyou.it e sulla pluripremiata app ABOUT YOU, i clienti trovano un’ispirazione versatile con più di 500.000 articoli di oltre 3.500 brand. Con oltre 45 milioni di utenti unici mensili attivi, ABOUT YOU è una delle più grandi piattaforme di moda e lifestyle in Europa. Attualmente è attiva in 26 mercati europei. Con SCAYLE, l’azienda di tecnologia della moda offre anche la propria infrastruttura di e-commerce come prodotto in licenza. Le azioni di ABOUT YOU sono quotate alla Borsa di Francoforte e sono state ammesse all’indice SDAX® nel settembre 2021.

 

YOOX NET-A-PORTER

YOOX NET-A-PORTER è un’azienda leader nel lusso e nella moda online. I suoi 4 multi-brand online stores – NET-A-PORTER, MR PORTER, THE OUTNET e YOOX – propongono i brand più ricercati al mondo, offrendo ai propri clienti il non plus ultra in fatto di stile ed un servizio impeccabile. Inoltre, la divisione Online Flagship Stores collabora con alcuni marchi leader del lusso per ottimizzare le loro piattaforme di e-commerce.

Con 5,3 milioni di clienti in 180 Paesi, YOOX NET-A-PORTER adotta un approccio localizzato per servire la sua clientela in tutto il mondo attraverso una rete di uffici e operazioni negli Stati Uniti, Europa, Asia Pacifico e le joint venture con Alibaba in Cina e Symphony Investments in Medio Oriente.

Fulcro di tutte le operazioni di YOOX NET A PORTER è la strategia Infinity 2030, espressione dell’impegno a lungo termine del gruppo nella creazione di un sistema moda più sostenibile e circolare. Facendo leva su oltre vent’anni di dati ed esperienza, YOOX NET-A-PORTER continua ad adottare tecnologie di ultima generazione, tra cui intelligenza artificiale, realtà aumentata e identità digitale, per evolvere e arricchire l’esperienza di acquisto del cliente.

YOOX NET-A-PORTER fa parte di Richemont. Geoffroy Lefebvre è l’Amministratore Delegato del Gruppo.

Per ulteriori informazioni su YOOX-NET-A-PORTER visitare www.ynap.com.

 

ZALANDO

Zalando (https://corporate.zalando.com) è una piattaforma europea online leader per la moda ed il lifestyle. Nati a Berlino nel 2008, creiamo lo stile “dalla testa ai piedi” per 49 milioni circa di clienti attivi in 25 mercati offrendo abbigliamento, calzature, accessori e cosmetici. L’assortimento di brand internazionali spazia da firme note a livello internazionale a realtà locali. La nostra piattaforma offre tutto ciò che serve a livello di ispirazione, innovazione e interazione. Come azienda tecnologica più trendy d’Europa, lavoriamo intensamente per trovare soluzioni digitali per ogni aspetto dell’universo moda: per i nostri clienti, partner e ogni player importante della storia Zalando. Il nostro obiettivo è essere il punto di riferimento della moda e una piattaforma sostenibile con un impatto netto positivo sulle persone e sul pianeta.

 

QUANTIS

Quantis è una società di consulenza leader nel campo della sostenibilità ambientale che, con un approccio pionieristico e di stampo scientifico, supporta le aziende nell’affrontare e ridurre il loro impatto sull’ambiente. Con sedi in Francia, Germania, Stati Uniti e Svizzera, dal 2019 Quantis è ufficialmente attiva in Italia dove vanta una vasta e diversificata gamma di servizi che le consente di affiancare le società clienti, in particolare nei settori FMCG e finanziario, per supportarle nella riduzione degli impatti, nell’implementare con successo percorsi di cambiamento e per operare entro i limiti del pianeta.

Per maggiori informazioni: www.quantis.com

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Cosa vuol dire cambiamento climatico?

Quantis sustainability communications Our Difference Ripple Effect

Milano, 5 aprile 2022 Cosa vuol dire cambiamento climatico? Che livello di complessità sottende quest’espressione, entrata nell’uso comune? In cosa si traducono, nel concreto, gli impegni che sempre più attori stanno intraprendendo per rispondervi? Se i suoi effetti sono ormai sotto gli occhi di tutti, il “vocabolario” del cambiamento verso la sostenibilità ambientale non è altrettanto diffuso. Lessico articolato, per un fenomeno complesso quale il Climate Change, dalle molteplici implicazioni scientifiche, economiche e sociali.

Quantis, società leader per la consulenza ambientale, ha provato a fare chiarezza individuando le 10 parole chiave (più una) che, in questo 2022, entreranno sempre più nel dibattito quotidiano sul riscaldamento globale del pianeta. Un glossario sul clima che vuole essere un vademecum per comprendere la portata degli impegni che i Governi, le aziende e le organizzazioni stanno sottoscrivendo, e aiutare i consumatori ad orientarsi tra le affermazioni ed i claim di mercato.

Quantis sustainability communications Our Difference Ripple Effect

Che livello di complessità sottende quest’espressione, entrata nell’uso comune?

Simone Pedrazzini, Director Quantis Italia commenta: “Le parole sono importanti, non solo nella vita quotidiana, come ci ricordava un grande regista. Alla crescente attenzione, e mobilitazione della società civile verso la sostenibilità, ha fatto eco negli ultimi anni un crescente e positivo impegno di Paesi, organizzazioni e aziende. Per questo motivo crediamo possa essere interessante e di valore approfondire alcune delle parole chiave che si sono andate diffondendo. Dall’incomprensione nasce la possibilità di fraintendimento e quindi il greenwashing; al contrario gli impegni positivi possono essere valorizzati dalla chiarezza espositiva”.

1. Antropocene

L’epoca geologica attuale in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, è fortemente condizionato dagli effetti dell’azione umana. Secondo gli studiosi questa nuova epoca geologica potrebbe essere iniziata alla fine del XVIII secolo, con la prima Rivoluzione Industriale: Antropocene, come indica il nome stesso coniato nel 2000 dal chimico e premio Nobel olandese Paul Crutzen, rappresenta quindi l’era dell’uomo, il periodo in cui gli esseri umani hanno un impatto enorme su tutti gli ecosistemi terrestri. Il report IPCC (International Panel on Climate Change) del 9 agosto 2021 ha avvalorato, senza lasciare adito a dubbi, questo impatto: per la prima volta attraverso una scelta lessicale risolutiva, definendo inequivocabile l’influenza delle attività umane sulle concentrazioni aumentate di gas serra nell’atmosfera.

2. Carbon Footprint

Carbon Footprint, o impronta di carbonio è un parametro che quantifica le emissioni di gas a effetto serra (o greenhouse gases, GHGs) causate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo, espresse in tonnellate di CO2 equivalente.

Nel caso delle aziende, nell’analisi della propria Footprint, è utile ricordare una definizione relativa alla differenza tra lo Scope delle emissioni.

Si definiscono:

  • Scope 1 le emissioni dirette di gas serra da parte delle imprese (emissioni derivanti dalla combustione di caldaie, forni o veicoli di proprietà, ecc)
  • Scope 2: le emissioni indirette di GHG dovute a elettricità utilizzata per le attività “core” del business, sia legate all’attività produttiva che ai servizi
  • Scope 3: tutte le altre emissioni indirette di GHG, conseguenza delle attività dell’azienda, che provengono da fonti non possedute o controllate dall’azienda, in genere come risultato delle attività di fornitori e clienti. In questo scope si trovano ad esempio le emissioni generate alla produzione delle materie prime, la logistica e la fase d’uso e fine vita dei prodotti venduti dall‘azienda.

3. Climate Change Mitigation

La mitigazione del cambiamento climatico (Climate Change Mitigation) si ottiene limitando o prevenendo le emissioni di gas a effetto serra e potenziando le attività che rimuovono questi gas dall’atmosfera.

4. Climate Neutrality

Per Climate Neutrality si intende il processo di raggiungimento di un equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di gas climalteranti in atmosfera. Un concetto simile, ma più vasto rispetto a quello di Carbon Neutrality, che faceva riferimento alla sola anidride carbonica, allargando l’ambito a tutti i GHGs. L’Unione Europea, in linea con gli impegni presi negli Accordi di Parigi del 2015 e ribaditi nella recente COP 26 a Glasgow, si è data l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e l’ha posta al centro del Green Deal.

5. Climate Strategy

Per Climate Strategy si intende la definizione di obiettivi basati su una quantificazione puntuale delle proprie emissioni, per attivare un percorso virtuoso, e costruire una tabella di marcia per raggiungerli. Una Climate Strategy indica le tappe di un percorso molto concreto verso la decarbonizzazione ed implica la scelta di azioni e innovazioni da adottare; verifiche da effettuare lungo le catene del valore; cambiamento nei prodotti e modelli di business; implementazione della governance a supporto.

Una volta che un’organizzazione abbia compreso le sue diverse emissioni, identificando quelli che in gergo si chiamano “hotspot”, punti caldi dal punto di vista dell’impatto climatico, potrà impostare una strategia di sostenibilità che cerchi di ridurre questi hotspot: in primis attraverso l’abbattimento, e se possibile l’eliminazione, delle sue emissioni di gas a effetto serra.

6. Net Zero

Una Net-Zero strategy prevede la riduzione attiva delle emissioni nella propria catena del valore e la rimozione unicamente di quella porzione residua di GHG che non possa essere eliminata per raggiungere il bilanciamento tra emissioni e rimozioni entro il 2050. Questo concetto, diversamente dal precedente, coincide con il lessico della “call to action” lanciata da IPCC, già citata, per limitare l’innalzamento delle temperature non oltre 1.5°rispetto all’età pre-industriale. Net zero strategy è un concetto più vasto rispetto a quello di “climate neutral” e che sottende non solo un obiettivo finale (bilancio tra emissioni e rimozioni) ma anche un percorso virtuoso e ben definito per raggiungerlo.

7. Science Based Target Initiative

Si tratta di una partnership tra Carbon Disclosure Project (CDP), United Nations Global Compact, World Resources Institute (WRI) e World Wide Fund for Nature (WWF) che si ripromette di dare corpo, a livello aziendale, agli impegni presi durante gli Accordi di Parigi per il contenimento dell’innalzamento delle temperature a + 1.5°rispetto all’età pre-industriale.

Aderire a SBTI significa dapprima mappare la situazione corrente delle emissioni legate all’attività aziendale, impegnarsi pubblicamente per garantire che la propria Climate Strategy sia in linea con gli obiettivi scientifici, aderendo ad un framework internazionalmente condiviso, con obiettivi analoghi per aziende paragonabili per dimensione o settori.

Soprattutto con riferimento ai due termini che seguono, cruciali ma di interpretazione molto variabile tra diverse fonti abbiamo scelto di privilegiare il lessico appunto di SBTI, che ha adottato per il 2022 un lessico particolarmente efficace e volutamente polarizzante.

8. Riduzione

Ridurre significa evitare la generazione, nella fase produttiva di beni, servizi ed energia, di gas ad effetto serra (GHG). In inglese viene definita Abatement (riduzione nella propria value chain).

L’IPCC ha sottolineato la necessità di dare priorità a profonde riduzioni delle emissioni di CO2 (41-58% entro il 2030 e 91-95% entro il 2050) nonché alle riduzioni delle emissioni di metano (CH4) e protossido di azoto (ON2).

9. Compensazione

Con il termine italiano compensazione facciamo riferimento a due tipologie di intervento: interventi di rimozione (Neutralization in inglese), che hanno l’obbiettivo di rimuovere la CO2 dall’atmosfera e stoccarla in maniera permanente, oppure interventi di “evitamento”, che significa riduzione delle emissioni al di fuori della propria value chain (in inglese Avoidance) ovvero il finanziamento di interventi che aiutino altri a ridurre le loro emissioni.

I progetti di rimboschimento, molto noti e popolari, fanno parte di questa categoria; con compensazione si intende spesso anche fare riferimento all’acquisto di “crediti” di CO2 sul mercato “volontario”,  secondo le definizioni previste dal Protocollo di Kyoto entrato in vigore nel 2005. A diverse categorie di compensazione, come visto sopra, faranno riferimento crediti di diversa qualità.

Altri esempi? Processi di stoccaggio del carbonio, ma anche di ripristino del territorio, di ecosistemi quali torbiere, foreste terrestri o mangrovie. La logica è quella del reintegro di risorse ambientali depauperate con risorse equivalenti: sono molto diffusi anche progetti di creazione di habitat umidi o di salvaguardia della biodiversità, ma richiedono un attento monitoraggio perché il loro effetto positivo potrebbe, ad esempio, dispiegarsi nel medio-lungo periodo, in un orizzonte temporale diverso rispetto al danno ambientale che intendono “pareggiare”.

Lo standard SBTI al proposito sottolinea, rispetto a quelle misure che le aziende adottano per rimuovere il carbonio dall’atmosfera e immagazzinarlo in modo permanente, la necessità di fare ricorso alla compensazione solo per controbilanciare l’impatto di quelle emissioni che rimangono invariate, dopo avere implementato profonde azioni di riduzione (vedi #8).

10. Greenwashing

Greenwashing è un neologismo composto dalle parole green (ecologico) e whitewash (insabbiare, nascondere qualcosa). Con questo termine si indica l’insieme di strategie di comunicazione e iniziative marketing – attuate da aziende, organizzazioni o istituzioni politiche – finalizzate a costruire un’immagine green, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente, dovuti alle attività o ai prodotti dell’impresa stessa. Il greenwashing può essere volontario o involontario, legato alla mancata comprensione degli impatti reali di una scelta aziendale rispetto alla “big picture”, al quadro di riferimento ben più ampio degli effetti dell’intera attività produttiva sull’ambiente, che si ottiene invece con una precisa mappatura degli “hotspot” ambientali.

10+1. Planetary Boundaries

La definizione di Planetary Boundaries, i “confini planetari”, fa riferimento ad un modello scientifico recente (2009) che prese le mosse dal celebre “The limit of Growth” del Club di Roma (1972) e ne offre una formulazione  più completa  e precisa. I Planetary Boundaries corrispondono a 9 aree operative (operating space) che l’umanità dovrebbe monitorare con regolarità, per continuare ad agire nel perimetro di salvaguardia ambientale e rispetto alle quali sono necessari interventi mirati al fine di perseguire uno sviluppo rispettoso della sostenibilità.

Si tratta cioè di limiti ambientali entro i quali l’umanità può operare in sicurezza, superati i quali possono verificarsi cambiamenti ambientali bruschi e irreversibili con gravi conseguenze. I 9 confini planetari sono:

  1. Cambiamento climatico (limite già superato),
  2. Cambiamento dell’integrità della biosfera – perdita di biodiversità ed estinzione di specie (limite già superato)
  3. Esaurimento stratosferico dell’ozono, assottigliamento dello strato d’ozono
  4. Acidificazione degli oceani
  5. Flussi biogeochimici – cicli del fosforo e dell’azoto (limite già superato)
  6. Cambiamento del sistema-terrestre, uso del suolo (limite già superato)
  7. Disponibilità di acqua dolce
  8. Carico di aerosol atmosferico (particelle microscopiche nell’atmosfera che influiscono sul clima e sugli organismi viventi)
  9. Nuove entità (sostanze chimiche sintetiche, plastiche, pesticidi, antibiotici e altre molecole farmaceutiche “attive” – particelle con potenziali effetti geofisici e/o biologici indesiderati). Anche quest’ultimo limite è stato superato come evidenziato da un recente paper scientifico (gennaio 2022, “Outside the Safe Operating Space of the Planetary Boundary for Novel Entities”), che per primo ha stimato il superamento del limite consentito in termini di plastica, pesticidi, composti industriali e sostanze chimiche sintetiche.

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Packaging sostenibile, la percezione del consumatore: la ricerca “Consumatori, cosmetica&packaging”

Presentata oggi a Ecomondo la ricerca Consumatori, cosmetica& packaging”, in occasione dell’evento “Citizens matter. Il ruolo delle persone nella trasformazione sostenibile dei processi di imballaggio”: una literature analysis commissionata da Cosmetica Italia all’Osservatorio Innovazione e Packaging dell’Università di Bologna che l’ha realizzata in collaborazione con Quantis.

L’evento è stato l’occasione di presentazione del nuovo Osservatorio Innovazione Packaging dell’Università di Bologna L’Osservatorio vuole infatti porre l’attenzione su un anello chiave della catena del valore: i destinatari dei prodotti confezionati. I cittadini, con le loro scelte, possono modificare sensibilmente l’esito di sostenibilità del settore e allo stesso tempo condizionare il comportamento di ogni altro soggetto della filiera, non solo cosmetica.

Presentata oggi a Ecomondo la ricerca realizzata da Quantis, Cosmetica Italia e’Università di Bologna, dedicata alla percezione dei cittadini nella trasformazione sostenibile dei processi di confezionamento, con un focus sul settore cosmetico

La meta-analisi attesta infatti che i consumatori chiedono prodotti sempre più sostenibili ed ecocompatibili e l’imballaggio ne è una componente essenziale: diversi studi dimostrano che i consumatori reagiscono positivamente agli imballaggi riciclati e scelgono brand che li aiutino a consumare in modo etico. Inoltre, sempre più brand stanno pensando a come evolversi per rendere i propri imballaggi ambientalmente più sostenibili rispondendo alla richiesta dei consumatori.  Il 52% dei consumatori europei, infatti, dichiara di cercare prodotti con imballaggi eco-friendly: l’attenzione dei consumatori va verso caratteristiche “sostenibili” del pack, soprattutto a quelle legate al suo fine vita (39% riutilizzabilità, 37% compostabilità, 36% riciclabilità).

Dalla ricerca emerge quanto i rifiuti siamo un problema significativo per i consumatori, che riconoscono il proprio ruolo nell’evitare impatti ambientali dannosi sull’ambiente e si aspettano che le aziende prendano iniziativa nel fare lo stesso. Analizzando la percezione dei consumatori di 4 paesi europei (Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia), emerge che sia l’Italia il paese con la percentuale di intervistati più preoccupata dell’impatto ambientale delle nostre abitudini nel 2020 (90% contro l’83% dell’UK e l’86 % di Germania e Francia).

Crescono i brand certificati CSR: tra giugno 2019 e giugno 2020 il business dei prodotti dotati della certificazione Ecolabel ha registrato una crescita delle vendite del +8,2% rispetto all’anno mobile precedente, e del +5,5% le vendite dei prodotti con un claim green in etichetta. Importante per i lavoratori il comportamento della propria azienda: più di sette su dieci sono disposti a rimboccarsi le maniche per promuovere l’impatto positivo della loro azienda, in particolare il 71% vuole che la loro azienda offra loro l’opportunità di contribuire ad avere un impatto sugli impegni sociali e ambientali dell’azienda e il 77% riporta l’importanza che il datore di lavoro offra loro la possibilità di svolgere attività pratiche sulla responsabilità ambientale.

Per quanto riguarda il settore cosmetico, il 75% delle donne di età compresa fra i 18 e il 34 anni ha dichiarato che l’acquisto di cosmetici sostenibili è molto importante per loro, mentre più della metà (61%) e, in particolare, più di due Millennials su tre della stessa fascia di età, legge le etichette degli ingredienti dei prodotti di bellezza prima di fare un acquisto. Particolarmente attenti i giovani Gen Z, di cui l’80% crede che le aziende dovrebbero aiutare l’ambiente, il 27% preferisce comprare prodotti che possono essere usati per lungo tempo e il 37% cerca di comprare e conservare solo ciò di cui veramente ha veramente bisogno, prediligendo opzioni di acquisto più sostenibili come prodotti non confezionati o prodotti riutilizzabili.

A livello internazionale, il 68% dei consumatori afferma di essere più consapevole dei materiali utilizzati per il packaging cosmetico rispetto a 5 anni fa. Inoltre, l’89% dei consumatori pensa che i brand dovrebbero comunicare se i loro prodotti siano sostenibili ed etici e il 94% ritiene fondamentale l’onestà e trasparenza relativamente agli ingredienti dei prodotti. In particolare, la maggior parte degli intervistati vorrebbe avere più informazioni da parte delle istituzioni su imballaggi e istruzioni di riciclo (71%). In Italia, negli ultimi 6 mesi il 14% degli italiani ha smesso di acquistare prodotti a causa di una confezione che non presentava elementi di sostenibilità e più della metà degli intervistati ha dichiarato che potrebbe farlo nel prossimo futuro.

Simone Pedrazzini, Direttore Quantis Italia dichiara: “Siamo consapevoli dell’importanza che il consumatore riserva ad informazioni sempre più dettagliate sui prodotti che utilizza, sulla loro composizione e smaltimento, soprattutto in ambito cosmetico. Il nostro approccio sistemico alla sostenibilità parte proprio dagli impegni presi nei confronti dei consumatori, degli stakeholder e del pianeta, per cui le aziende si orientano sempre più nella direzione di apportare cambiamenti concreti e monitorare i loro progressi lungo il percorso della sostenibilità ambientale. Misurare, gestire, condividere: l’accessibilità di metriche scientifiche a tutta la filiera del packaging consente sia alle aziende che ai consumatori di prendere decisioni informate e solide rispetto alla sostenibilità ambientale di un materiale o di un processo. Siamo qui oggi proprio per muoverci in questa direzione, lavorando con i protagonisti del mondo delle istituzioni e delle aziende in questo senso.”

Flaviano Celaschi, coordinatore Unità di ricerca Advanced Design dell’Università di Bologna dettaglia “La consapevolezza e la conoscenza sono alla base di un sentimento di corresponsabilità e partecipazione che è possibile attivare nella cittadinanza, tutti temi fondamentali per la chiusura del cerchio. Se riusciremo a trattare il packaging con l’importanza adeguata, potrà ritornare ad essere una fantastica chance della società post-industriale e potrà far pace con l’Antropocene. Per questo il packaging non è solo un tema con problematiche che cercano risposte dal settore industriale, chimico, grafico-comunicativo, di processo e logistica delle merci, ma è anche e soprattutto un problema legato ai nostri comportamenti, e deve diventare una opportunità collettiva”.

E’ possibile scaricare la ricerca: https://adu.unibo.it/osservatoriopack/wp-content/uploads/2021/10/Consumatori-Cosmetica-Packaging_Unibo-Quantis-Cosmetica-2.pdf

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Quantis lancia eQopack: un tool di eco-design per ottimizzare l’impronta ambientale del packaging

Milano – 30 marzo 2021 – Quantis, società leader per la consulenza ambientale, lancia eQopack, un tool SaaS (Software as a Service) che, a partire da metriche ambientali solide, condivise ed affidabili, consente di misurare l’impronta ambientale degli imballaggi e di integrare l’ecodesign in tutte le fasi di sviluppo del packaging, garantendo un processo di progettazione più sostenibile e consapevole.

La sostenibilità del packaging è diventata una priorità, in primis tra i consumatori, che sono sempre più consapevoli delle potenziali conseguenze ambientali legate ai comportamenti d’acquisto quotidiani. Di conseguenza, le aziende si interrogano in maniera sempre più sofisticata rispetto a come rendere i loro imballaggi più sostenibili: per ridurre in maniera significativa gli impatti ambientali, è necessario quindi andare oltre la semplice sostituzione di un materiale con altri che appaiono meno impattanti. Al contrario, è necessario un approccio a livello di sistema e metriche basate sulla scienza, che tengano conto dei fattori ambientali, come il cambiamento climatico, l’uso del suolo e l’uso dell’acqua, durante l’intero ciclo di vita della soluzione scelta per l’imballaggio, dalle materie prime alla fine. eQopack consente inoltre ai progettisti di valutare le diverse opzioni possibili di imballaggio utilizzando indicatori di circolarità, quali riutilizzabilità, contenuto riciclato, rapporto peso confezione / peso prodotto.

La società leader nella consulenza ambientale ha ideato uno strumento digitale che
attraverso metriche solide consente di misurare e ottimizzare l’impatto ambientale degli
imballaggi

Simone Pedrazzini, Director Quantis Italia, presenta il tool: «eQopack è uno strumento digitale che consente una ancora maggiore “democratizzazione” del processo decisionale sulla sostenibilità. Rendendo le metriche scientifiche accessibili a progettisti, designer, e professionisti con diverse competenze e background, le aziende possono incorporare la progettazione ecocompatibile nei loro processi di sviluppo del packaging e dare così corpo agli impegni presi in materia di sostenibilità ambientale».

A partire dagli impegni presi nei confronti dei consumatori, degli stakeholder e del pianeta, le aziende si orientano sempre più nella direzione di apportare cambiamenti concreti e monitorare i loro progressi lungo il percorso della sostenibilità ambientale. Strumenti che, come eQopack, vanno nella direzione della digitalizzazione, della condivisione e dell’accessibilità di metriche scientifiche a tutta la filiera del packaging consentono anche ai non specialisti di prendere decisioni informate e solide rispetto alla sostenibilità ambientale di una scelta rispetto ad un materiale o ad una configurazione.

Continua Pedrazzini: «Grazie ad iniziative multi-stakeholder come SPICE – una piattaforma di progettazione ecocompatibile, co-sviluppata da 25 importanti aziende della cosmetica in grado di valutare le prestazioni di una confezione di prodotto cosmetico in ogni fase del ciclo di vita (dalle materie prime alla fine del ciclo di vita), calcolando un’impronta ambientale olistica che valuta 16 categorie di impatto (cambiamento climatico, uso di risorse e acqua, effetti sulla biodiversità e altri) – il settore Cosmetico ha, sostanzialmente, guidato l’innovazione sul tema del packaging sostenibile. Grazie ad eQopack, oggi, le aziende del settore Food, hanno accesso a set di dati personalizzati e possono scegliere gli indicatori più rilevanti e adattare dataset alle loro esigenze, ad esempio in relazione alla scelta di tipi di materiali specifici».


Quantis 

Nata nel 2006 come start-up in seno al Politecnico di Losanna, Quantis è leader nella consulenza sulle tematiche di sostenibilità ambientale, con sedi in Francia, Germania, Stati Uniti e Svizzera. Dal 2019 è ufficialmente attiva in Italia dove vanta una vasta e diversificata gamma di servizi che le consente di affiancare le società clienti per aiutarle a immaginare, definire e costruire un modello di successo sostenibile per le persone, il pianeta e il business. A livello internazionale Quantis ha all’attivo un ricco portafoglio clienti che comprende organismi internazionali, società multinazionali e realtà locali. La sede di Milano, istituita formalmente nel gennaio 2019, è costituita da una squadra di esperti entusiasti rispetto ai temi della sostenibilità: dalle 5 persone di fine 2019, il team è arrivato a fine 2020 a contare 15 persone, 35 anni l’età media. www.quantis-intl.com

Quantis lancia geoFootprint, un tool online interattivo per rendere più sostenibile il settore agricolo grazie alle immagini satellitari

Milano, 26 gennaio 2021 – Quantis, società leader per la consulenza ambientale, presenta geoFootprint, il primo tool online che consente di visualizzare una mappa interattiva del mondo in termini di impatto ambientale delle colture agricole, per permettere alle aziende del settore agricolo di ridurre l’impatto ambientale della propria attività e adottare scelte consapevoli, a partire dai dati. Iniziativa multi-stakeholder, geoFootprint è stata costruita in collaborazione con più di 25 partner pubblici, privati e accademici con l’obiettivo di accelerare, attraverso l’innovazione, la trasformazione dell’agricoltura nella direzione della sostenibilità.

geoFootprint is the first tool to combine data from satellite imagery with environmental metrics to allow users to visualize the footprints of key commodity crops on an interactive world map at high resolution.

Milano, 26 gennaio 2021 – Quantis, società leader per la consulenza ambientale, presenta geoFootprint, il primo tool online che consente di visualizzare una mappa interattiva del mondo in termini di impatto ambientale delle colture agricole, per permettere alle aziende del settore agricolo di ridurre l’impatto ambientale della propria attività e adottare scelte consapevoli, a partire dai dati. Iniziativa multi-stakeholder, geoFootprint è stata costruita in collaborazione con più di 25 partner pubblici, privati e accademici con l’obiettivo di accelerare, attraverso l’innovazione, la trasformazione dell’agricoltura nella direzione della sostenibilità.

“L’agricoltura è responsabile di oltre il 20% delle emissioni globali di gas serra, il settore Food & Beverage – secondo la nostra ricerca – può arrivare a rappresentarne circa il 28%. Tutti gli attori, pubblici e privati, della filiera del cibo, sono però consapevoli di poter giocare un ruolo chiave quali attori del cambiamento rispetto alle sfide della sostenibilità – l’impatto di carbonio, ma anche la scarsità d’acqua, la perdita di biodiversità, l’uso del suolo e l’eutrofizzazione”, spiega Simone Pedrazzini, direttore di Quantis Italia. “geoFootprint è uno strumento altamente interattivo, che può fornire risposte rapide e intuitive a domande complesse. Ci fa molto piacere sapere di poter contribuire alla lotta alle emissioni avendo collaborato con numerosi interlocutori ad un tavolo di confronto internazionale per colmare un enorme divario di conoscenze e accelerare la trasformazione sostenibile dell’agricoltura. Domande su scala planetaria hanno bisogno di risposte globali, ma al tempo stesso siamo pronti a creare sinergie con tutti gli attori italiani della filiera per “mettere a terra” soluzioni scalabili, a partire da esperienze locali”.

geoFootprint apre un mondo di possibilità informative nuove, rendendo accessibile la visibilità degli impatti delle scelte agricole (quali deforestazione, uso di fertilizzanti, irrigazione, gestione del suolo, ecc.) direttamente ai responsabili delle decisioni a livello strategico. Combinando i dati delle immagini satellitari (raster) con metriche ambientali LCA, geoFootprint visualizza infatti l’impronta ambientale delle colture di materie prime chiave su una mappa del mondo interattiva, offrendo la possibilità di scaricare dataset completi ed omogenei su scala globale.

In pochi minuti è possibile rispondere ad interrogativi sull’impatto ambientale delle colture cui un tempo sarebbero stati necessari giorni o settimane, o a cui era quasi impossibile trovare una risposta: lo strumento infatti è in grado di offrire visibilità granulare per territorio, perché gli attori della filiera agroalimentare possano identificare e confrontare i principali fattori che determinano l’impronta ambientale specifica di una coltura, effettuare simulazioni per determinare azioni specifiche di miglioramento, e impostare scelte coerenti, a partire dai dati.

Infatti, per impostare e monitorare i progressi verso gli obiettivi di sostenibilità, le aziende spesso devono fare affidamento da un lato su dati ambientali incompleti, incoerenti e generici a livello di Paese, dall’altro, a livello di azienda, su dati molto precisi per località selezionate, due livelli di analisi spesso incompatibili per motivi metodologici. Il mercato alimentare è globale, ma l’impronta ambientale deve essere calcolata su base locale, a partire da dati disponibili talvolta solo a livello di singola azienda agricola.

geoFootprint colma questa lacuna e consente agli utenti di valutare i rischi posti dai cambiamenti climatici su disponibilità e qualità dell’acqua dolce, salute del suolo e biodiversità, critici per il futuro della nutrizione. Lanciata da Quantis nel 2018 con il sostegno finanziario di EIT Climate-KIC, geoFootprint è stata sviluppata come iniziativa collaborativa tra oltre 25 stakeholder pubblici, privati e accademici, tra cui arx iT, Cool Farm Alliance e le aziende agroalimentari leader. Per migliorare la conoscenza diffusa in materia di sostenibilità nel mondo dell’agricoltura geoFootprint offrirà, a partire da gennaio 2021, anche una versione demo, gratuita, intuitiva e di facile utilizzo per consentire alle organizzazioni di ricerca, agli accademici e studenti, ai responsabili politici e agli attori della filiera una migliore comprensione dello stato dell’arte.

Laura Overton, Sustainability Accounting Senior Manager, Mars Incorporated e partner di geoFootprint ha dichiarato: “geoFootprint permette di soddisfare la fondamentale esigenza delle aziende di comprendere meglio e, in ultima analisi, di ridurre il Carbon Footprint. Il potenziale dello strumento sta nel combinare impatti agricoli spazialmente dettagliati con dati di approvvigionamento specifici per località.”

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geoFootprint
geoFootprint combina in modo potente i dati delle immagini satellitari con oltre 20 metriche ambientali per visualizzare l’impronta ambientale di 15 colture di materie prime chiave su una mappa del mondo interattiva, fornendo dati granulari che forniscono informazioni indispensabili per il processo decisionale strategico.

Iniziativa lanciata da Quantis nel 2018 con il sostegno finanziario di EIT Climate-KIC, geoFootprint è stata costruita in collaborazione con più di 25 stakeholder pubblici, privati e accademici, tra cui arx iT, Cool Farm Alliance e le principali aziende agroalimentari.

Per migliorare la conoscenza diffusa rispetto all’agricoltura sostenibile, anche tra un pubblico di non addetti ai lavori quali studenti o altri stakeholder, è possibile accedere ad una versione open di geoFootprint, anch’essa disponibile a gennaio 2021

Le 15 colture in analisi includono orzo, cotone, mais, palma da olio, arachidi, patate, colza, riso, segale, sorgo, soia, barbabietola da zucchero, canna da zucchero, girasole e frumento. Per saperne di più: www.geofootprint.com

About geoFootprint

geoFootprint powerfully combines data from satellite imagery with more than 20 environmental metrics to visualize the environmental footprints of 15 key commodity crops on an interactive world map, delivering granular data that yields sharper insights for strategic decision making. 

An initiative launched by Quantis in 2018 with financial support from EIT Climate-KIC, geoFootprint was built collaboratively in partnership with more than 25 public, private and academic stakeholders, including arx iT, Cool Farm Alliance and leading agrifood companies. 

To enhance public knowledge on sustainable agriculture, the team created an open-access version of geoFootprint that makes solid environmental data of key commodity crops accessible to non-expert audiences, students or stakeholders that may not otherwise have access to this information. geoFootprint and geoFootprint Open will be publicly available in January 2021. The crops include barley, cotton, maize, oil palm, peanut, potato, rapeseed, rice, rye, sorghum, soybean, sugar beet, sugarcane, sunflower and wheat.

Discover geoFootprint at www.geofootprint.com

About Quantis 

Quantis guides top organizations to define, shape and implement intelligent environmental sustainability solutions. In a nutshell, our creative geeks take the latest science and make it actionable. Our team of talents delivers resilient strategies, robust metrics, useful tools and credible communications for a more sustainable future.

A sustainability consulting group known for our metrics-based approach to sustainability, Quantis has offices in the US, France, Switzerland, Germany and Italy and has a diverse client portfolio that spans the globe.

We are Quantis: sustainability’s scientists, experts, strategists, innovators and visionaries.

Discover Quantis at www.quantis-intl.com

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