Categoria: Sala stampa

PPWR ed innovazione nel packaging alimentare

shrinkflation has also an environmnetal impact

The MAP report |  In un numero dedicato alla sostenibilità del settore alimentare, spazio all’intervento delle nostre Carolina Segato e Laura Peano in materia di normativa comunitaria. Non è affatto casuale che il primo esempio di packaging nell’allegato alla bozza di nuovo regolamento europeo sugli imballaggi (PPWR) sia una scatola per dolci. Il settore Food & Beverage sarà infatti direttamente impattato dall’entrata in vigore della normativa, attualmente al vaglio di Consiglio, Parlamento e Commissione Europea, ora al lavoro per un accordo finale, con l’ambizione che la PPWR entri in vigore entro il termine del 2024. Ma quali sono le sfide e le opportunità offerte della nuova normativa? Scopritelo sul numero di marzo.

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Investire nei materiali green sosterrà i profitti della moda

Pambianco | In un contesto caratterizzato dalla pressione del regolatore, degli investitori e dei consumatori nella direzione della sostenibilità, scegliere materie prime più sostenibili comporta vantaggi competitivi, economici e reputazionali. Spazio sulla prestigiosa testata verticale italiana alla ricerca, ed all’approfondimento della prospettiva Quantis rispetto alla Value Chain nel settore Moda. “Sempre più chief sustainability officer della moda italiana si stanno muovendo per incentivare l’efficientamento energetico dei propri fornitori diretti, attivando progetti dedicati per supportarli nella raccolta dati e nel calcolo di obiettivi di riduzione delle emissioni. Questa necessità è una delle ragioni per cui sempre più brand del lusso fanno scelte di integrazione verticale, portando realtà leader italiane a porsi come conglomerati di expertise dell’eccellenza manifatturiera nazionale”.

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Fine Vita Mai

The MAP report | Ecodesign for Sustainable Products Regulation – ESPR, Extended Producer Responsibility, Regolamento Deforestazione, CSDDD, CSRD. I fashion brand dovranno confrontarsi con più di 35 nuovi requisiti normativi, su scala comunitaria, come i menzionati e globale, nei prossimi 2-4 anni. Per questo motivo siamo lieti che il nostro articolo sul tema del fine vita tessile, inserito nel più ampio quadro della legislazione di sostenibilità che nasce dalla visione strategica dell’Unione, a firma di Simone Pedrazzini e Luca Mosca, abbia trovato spazio sul numero di gennaio di Map Report. Come si sta preparando l’Italia?

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Industria cosmetica fondamentale nell’impegno per la sostenibilità

Il Sole 24 Ore | Dare forma a un futuro sostenibile e resiliente per il beauty richiede un’azione ambiziosa e collettiva da parte dell’intero settore. La lunga e variegata catena del valore – brand, fornitori, terzisti, associazioni di categoria, produttori di imballaggi – deve lavorare insieme. Attraverso la collaborazione, la condivisione delle conoscenze e delle risorse, l’industry può generare dati di alta qualità e approcci condivisi, che vadano nella direzione della trasformazione sostenibile”. In queste parole la sintesi della visione di Emmanuel Hembert rispetto all’ambizione di sostenibilità dei business del Beauty.

Dalla normativa al ruolo dei consumatori, passando per il valore di iniziative pre-competitive come EcoBeauty Score Consortium che riunisce oltre 70 player lungo la catena del valore, affiancati da Quantis, l’intervista di Marika Gervasio ha consentito di evidenziare i punti di forza ed il percorso fatto dal settore.

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Lessico di sostenibilità per il 2024

Cosmopolo | Il magazine on-line specializzato nell’industria del Beauty dà spazio al lessico di sostenibilità per il 2024 stilato da Quantis, ed ai 10 concetti chiave che esplicita.  Da Circolarità e approccio circolare – in opposizione ad approccio lineare – a capitale naturale e servizi ecosistemici; da mitigazione, ad adattamento e resilienza, fino alle parole della governance globale, quali COP, accordo di Parigi, Global Stocktake.

Un documento le cui finalità Simone Pedrazzini spiega così: “Abbiamo redatto un glossario che punta ad essere un vademecum per comprendere la portata degli impegni che i Governi, le aziende e le organizzazioni hanno sottoscritto. Vincoli che ci legano al nostro Pianeta e che, nella direzione della trasformazione sostenibile e dell’integrazione della dimensione sociale, ci ricordano il legame con l’intera comunità umana e con le generazioni future. Il lessico della sostenibilità risulta tanto più complesso quanto più, oltre al climate change, diventa evidente l’impronta dell’attività umana sull’ambiente in cui viviamo, rispetto ai nove i limiti planetari”.

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La Natura entra nei bilanci

Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)

The MAP report | Nel numero di settembre-ottobre 2023, spazio ad un articolo a firma di Simone Pedrazzini e Amina Marelli dedicato alla recente introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che a livello europeo mira a standardizzare la rendicontazione non finanziaria delle aziende, migliorando la coerenza e la qualità dei dati pubblicati. nuovi standard entreranno in vigore il 1 gennaio 2024, impattando una platea sempre più ampia di aziende nel panorama comunitario e globale.

Simone ed Amina concludono così: “In coerenza con le iniziative legislative precedenti, ancora una volta il legislatore europeo si pone un obiettivo di sostenibilità per le persone e il pianeta, attraverso un intervento sul mondo delle imprese. In tale contesto la doppia materialità correla l’impatto della società su ambiente ed ecosistema con la prospettiva dell’investitore (quindi alla materialità finanziaria ed al concetto storicamente più radicato del rischio di impresa) mettendo in luce con chiarezza lo sforzo di servire la comunità civile con un mandato di respiro più ampio.

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Oggi per domani – Planetary Boundaries

Chora Media per Linkontro Nielsen | Quantis nell’ultima puntata del podcast OGGI PER DOMANI, promosso da Linkontro – NielsenIQ, l’evento annuale che anche nel 2023 ha riunito la comunità del largo consumo per tracciare la strada verso il futuro a partire dal tema: “Alla radice del tempo che viene. Le responsabilità di oggi per un domani migliore”.La giornalista Francesca Milano ha scelto di concludere il racconto, scandito dagli interventi degli ospiti durante le giornate dell’evento, con un’intervista ad Andrea Gangheri, dedicata ai temi – tra loro intrecciati – del rischio d’impresa e della sostenibilità. Il filo rosso che li lega? Secondo Andrea, i Planetary Boundaries.

Noi usiamo un framework che si chiama Planetary Boundaries. Questo framework considera nove fattori, come definizione di sostenibilità ambientaleQuando noi parliamo con le aziende e pensiamo ad una transizione aziendale verso la sostenibilità pensiamo a questi 9 fattori. Devi immaginare questi Planetary Boundaries come una torta; la guardi dall’alto e ci sono 9 fette. Qualsiasi prodotto che noi compriamo dallo scaffale ha una sua impronta ambientale. Questo vuol dire che si mangia parte di queste fette, perché ha un impatto ad esempio sul clima- nel produrre quel prodotto abbiamo emesso C02 o altre sostanze; abbiamo consumato dell’acqua; abbiamo consumato del suolo (…) c’è deforestazione; utilizzo di fertilizzanti e altre sostanze chimiche; c’è la produzione della plastica per il packaging (…) tutto questo ha un impatto, su questi 9 fattori” ha spiegato Andrea.  

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La transizione green della moda

La Repubblica | In un’intervista concessa al gruppo GeDi – ripresa quindi oltre che nell’edizione cartacea del giornale anche, tra gli altri, su La Stampa Carlo Capasa, presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana racconta il percorso di sostenibilità del settore, e i cantieri di sostenibilità in cui l’associazione è impegnata che «hanno portato a una diversa percezione del Made in Italy: bello, benfatto e ora anche sostenibile».

Tra questi, la seconda edizione dei Sustainable Fashion Award, in  “collaborazione con enti come Ethical Fashion Initiative delle Nazioni Unite, Fondazione Ellen McArthur e Quantis” –ricorda la giornalista autrice del pezzo – “(che) ha portato alla definizione di ESG (rating che misurano l’impatto ambientale e sociale di un’impresa) molto rigorosi che fungono da imprescindibili criteri per le nomine” .

Abbiamo cambiato nome perché i riconoscimenti rispondono a un approccio più scientifico e premiano le realtà che si sono distinte per la loro visione ambientale in senso lato: economia del riciclo, diritti umani, biodiversità” sintetizza il presidente, dando appuntamento alla industry per il fine settimana successivo a Milano, in chiusura della Fashion Week.

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Salute terrestre – Planetary Boundaries

The MAP report | Nel numero di luglio-agosto 2023, spazio ad un articolo a firma di Simone Pedrazzini e Filippo Sessa rispetto al framework scientifico dei Planetary Boundaries, messi in relazione alla doppia materialità, e quindi alla responsabilità del business nella trasformazione sostenibile.

Le aziende hanno bisogno di strategie integrate che considerino da un lato tutti gli impatti e dall’altro la dipendenza dalla natura, in una logica di doppia materialità: la visione dei planetary boundaries. L’approccio della doppia materialità, alla base anche dell’attuale quadro normativo europeo, presuppone un cambio di mentalità: anziché pensare esclusivamente a come ridurre l’impatto dei loro prodotti, le imprese dovranno considerare anche, a monte, l’uso delle risorse, ragionando sulle risorse naturali e sui servizi ecosistemici da cui dipendono. Un’analisi fondamentale per identificare le principali aree di rischio di business e per capire come le imprese dovranno adattarsi a un mondo in costante cambiamento “.

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Moda sostenibile, a settembre gli Awards che premiano il meglio della fashion industry

Cnmi Sustainable Fashion Awards 2023

WIRED | Nel raccontare l’evento di presentazione alla stampa dei Cnmi Sustainable Fashion Awards 2023, che saranno assegnati a Milano il prossimo 24 settembre, in chiusura della Milano Fashion Week, Wired ha evidenziato il processo che porta alla selezione e alla valorizzazione, da parte di Camera Nazionale della Moda Italiana di realtà leader che nel Fashion hanno dimostrato attraverso scelte strategiche e azioni puntuali di saper “cambiare gli approcci insostenibili senza perdere di vista la creazione di valore, che resta prioritaria per i diversi portatori di interesse.”

L’articolo evidenzia come “a intercettare i progetti, che vengono poi giudicati dalla giuria internazionale composta da professionisti e personalità rilevanti del settore, è l’Advisory Committee composta da composta da 25 associazioni e organizzazioni no-profit italiane e internazionali che si occupano di moda sostenibile: ogni membro di questo parterre nomina infatti tra le cinque e le dieci realtà che si sono candidate rispondendo a una survey sulla categoria di riferimento. A ogni candidatura viene poi assegnato un punteggio sulla base di una griglia di valutazione, creata in collaborazione con Efi (Ethical fashion initiative dell’Onu), con la società di consulenza ambientale Quantis ed Ellen MacArthur Foundation, l’ente di beneficenza che si occupa di economia circolare. Successivamente, i tre candidati che hanno totalizzato il punteggio più alto ricevono il giudizio della Giuria che decreta il vincitore”.

Anche quest’anno siamo onorati di poter ricoprire un ruolo all’interno di una manifestazioni i cui Award “non solo solo premi ma sono anche uno stimolo con cui ragionare tutto l’anno di responsabilità sociale, ambientale e creativa”.

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Da Sinistra:
Carlo Capasa (Chairman Camera Nazionale della Moda Italiana),
Dominique Meyer (Sovrintendente Teatro alla Scala)
Alessia Cappello (Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro, con delega a Moda e Design)
Desirée Bollier (Chair e Global Chief Merchant The Bicester Collection di Value Retail Management.)
Simone Cipriani (Direttore & Fondatore dell’Ethical Fashion Initiative e Chairperson dell’UN Alliance for Sustainable Fashion)
Foto: Alfondo Catalano

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I vasi comunicanti – Clima, acqua e biodiversità

The MAP report | Nel numero maggio-giugno 2023, spazio ad un articolo a firma di Simone Pedrazzini e Filippo Sessa che, partendo dal framework scientifico dei Planetary Boundaries, analizzano complessità ed interdipendenze tra l’evidente crisi idrica del Paese – tra siccità ed allagamenti, la crisi climatica e quella della biodiversità, e fanno appello a soluzioni concertate.

Non possiamo cambiare questo scenario senza comprendere il problema. Dati, misurazioni, trasparenza sono componenti essenziali per cogliere le complessità della scarsità idrica e garantire che possiamo affrontare il problema in modo efficace a livello globale e locale. Ciò richiede un impegno collettivo, ed il coinvolgimento non solo dei cittadini e delle istituzioni, ma anche delle imprese. La crisi idrica è una questione economica urgente, che implica per i business numerosi rischi fisici, finanziari, reputazionali e normativi. I rischi d’impresa legati all’acqua sono connessi, in ottica di doppia materialità a due fattori: la dipendenza dei business dalle risorse idriche e l’impatto su di esse“.

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Comunicare correttamente la sostenibilità nel Fashion: evitare greenwashing e greenhushing

Class CNBC | In una bella intervista a Simone Pedrazzini, arricchita da immagini del nostro manifesto video, Class CNBC chiarisce i concetti di Greenwashing e Greenhushing. Due estremi opposti, da entrambi i quali le aziende del Fashion devono tenersi alla larga, nella direzione di una comunicazione di sostenibilità corretta verso il mercato, il regolatore ed i consumatori, a partire dai 5 principi della corretta comunicazione di sostenibilità: specifica, misurabile, pertinente,  comprensibile, accessibile.

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Industrie sanitarie e gli obiettivi ESG in Italia: risultati incoraggianti, ma occorre accelerare l’azione

EticaNews | Le aziende sanitarie nel Paese si stanno attrezzando per integrare la sostenibilità sociale e ambientale nelle proprie attività e strategie industriali, ma è indispensabile accelerare questo percorso. È quanto risulta da un’indagine realizzata da Altis, BCG e Cerismas e integrata da Quantis, che ha trovato spazio in un articolo dedicato su EticaNews.

Lo studio, caratterizzato da un approccio metodologico integrato (quali e quantitativo) ha coinvolto figure apicali di 55 tra le principali imprese sanitarie nazionali, intervistate per comprendere come gli obiettivi ESG (Environmental, Social, Governance) si stiano integrando con le strategie aziendali, in un settore in cui l’espressione di attenzione sociale e ambientale è irrinunciabile nei rapporti con l’ecosistema e tutti gli stakeholder.

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Comunicare la sostenibilità: come evitare passi falsi ed essere efficaci

Intervista su FashionUnited: Comunicare la sostenibilità

Fashion United | Attraverso una bella intervista a Simone Pedrazzini, Fashion United puntualizza cosa si intenda per Greenwashing e cosa per Greenhushing. Due estremi opposti, da entrambi i quali le aziende del Fashion devono tenersi alla larga, nella direzione di una comunicazione di sostenibilità corretta verso il mercato, il regolatore ed i consumatori.

Molto efficace rispetto alla prospettiva Quantis la frase che conclude l’articolo: “Comunicare gli sforzi in fatto di sostenibilità può aiutare a stabilire normative e a creare pressioni di mercato che spingano all’azione altre organizzazioni, altri soggetti lungo la catena del valore e i consumatori”.

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L’alfabeto della sostenibilità – 26 modi per essere sostenibili

Discover how to approach implementation to bridge the gap between corporates and farmers to hit targets and avoid greenwashing.

Alternativa Sostenibile | Alternativa Sostenibile recensisce “L’Alfabeto della Sostenibilità. 26 modi per essere sostenibili”, appena pubblicato per i tipi di Egea. Un volume nel quale Quantis rappresenta la lettera Q, in un ventaglio di ventisei aziende che si sono poste la sostenibilità – ambientale, economica e sociale – come obiettivo.

Nella metafora scacchistica, sottesa al libro, Quantis è l’Alfiere; un pezzo che arriva alla fine della scacchiera. Un’immagine che apprezziamo perché sottolinea la nostra volontà di infatti accompagnare i business in tutto il percorso di sostenibilità ambientale, all’interno dei limiti planetari.

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Moda e sostenibilità: perché dovremmo vestirci meno e meglio

Ambient&Ambienti | All’interno di un documentato articolo sui costi sociali e ambientali dell’over-consumption, legata a modelli insostenibili per i limiti planetari, quali l’ultra-fast-fashion, viene approfondita la ricerca Quantis “Sostenibilità, aggiungi al carrello”.  In riferimento al Black Friday, la testata lancia un appello nella direzione della trasformazione sostenibile di comportamenti individuali e delle scelte di business; per l’e-commerce in particolare l’attenzione va posta al packaging.

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Green claim, le cinque regole d’oro

Un buon green claim deve rispettare cinque principi: essere specifico, misurabile, pertinente, comprensibile, accessibile.

Zalando, Ynap e About You si alleano per una filiera più green

Il Sole 24 Ore | La notizia dell’iniziativa pre-competitiva che vede protagonisti Ynap, Zalando e About You, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica all’interno nella filiera della moda, attraverso un progetto di formazione dedicata trova spazio sull’edizione on-line della testata. Realizzata in partnership con Quantis, una piattaforma virtuale di apprendimento sarà resa disponibile, senza costi, per i brand partner di About You, Yoox-Net à porter e Zalando a partire dall’autunno 2022.

>> Comunicato Stampa completo disponibile qui

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E-commerce: il settore del fashion è sempre più sostenibile

laRepubblica | Sull’edizione on-line della testata trova ampio spazio lo studio Quantis Italia “Sostenibilità, aggiungi al carrello” che analizza l’impatto ambientale di ogni fase dello shopping online con l’obiettivo di identificare gli hotspot e delineare le linee guida per contenere le emissioni. “Il settore della moda riveste un ruolo fondamentale nella transizione verso un sistema in linea con i limiti del pianeta – dichiara Simone Pedrazzini nel pezzo – Il nostro lavoro vuole supportare, a partire da metriche ‘science-based’, l’impegno del settore per ridurre il proprio impatto”.

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E-commerce: il settore del fashion è sempre più sostenibile

Fashion: ecco le buone pratiche per rendere l’e-commerce sempre più sostenibile

Digital 360 | Il nostro Studio “Sostenibilità, aggiungi al carrello” che analizza l’impatto ambientale di ogni fase dello shopping online con l’obiettivo di identificare gli hotspot e delineare le linee guida per contenere le emissioni relative trova spazio sul più grande network di portali online dedicati a tutti i temi dell’Innovazione Digitale. Secondo i dati Quantis, relativi ad una spedizione Fashion in Italia il packaging determina il 75% delle emissioni di gas serra, il delivery il 15% e lo shopping online il 7%. Ampio spazio è dato nell’articolo al “decalogo” delle migliori prassi di sostenibilità per l’e-commerce.

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Quantis e l’e-commerce sostenibile nel settore fashion: dal packaging al trasporto, le buone prassi per ridurne gli impatti ambientali

Quantis ha presentato la ricerca, che analizza l’impatto ambientale di ogni fase dello shopping online con l’obiettivo di identificarne gli hotspot, durante l’evento Life Style Innovation Day tenutosi il 16 maggio 2022 a Lugano.

Il packaging di consegna determina il 75% delle emissioni di gas serra, la spedizione e consegna il 15%, lo shopping online il 7%, il 3% la logistica dei resi, nello scenario preso in esame.


Lo studio e i risultati

Lo studio si concentra sulle emissioni di gas serra generate da un ordine di acquisto e-commerce di prodotti di abbigliamento, calzature o accessori moda, che preveda una spedizione di consegna al cliente con origine e destino in Italia.

Nello scenario di base, l’hotspot ambientale principale è rappresentato dal packaging di consegna, che determina il 75% delle emissioni di gas serra e rappresenta pertanto l’area su cui porre maggiore attenzione in termini di azioni e investimenti. La logistica di spedizione e consegna contribuisce al 15% delle emissioni di gas serra, considerando una spedizione via strada entro un raggio medio di circa 480 km dal consumatore. Lo shopping online, ovvero la ricerca del prodotto su siti web e-commerce e il completamento dell’acquisto da parte del consumatore, genera invece il 7% delle emissioni di gas serra. Assumendo un tasso di reso medio del 14%, la fase di reverse logistics contribuisce al 3% delle emissioni di gas serra. Nel caso di player e-commerce puri, per i quali il tasso di reso potrebbe arrivare al 50%, l’impatto di questa categoria sale a circa il 9% delle emissioni di gas serra per ordine di acquisto.

Buone prassi per ridurre gli impatti ambientali dell’e-commerce

Dalla ricerca quantitativa emerge un ranking, posto in forma di decalogo, delle scelte che possono impattare sul miglioramento delle performance ambientali dell’e-commerce. Ciascuna di queste fa riferimento ad uno dei 4 ambiti menzionati: shopping on-line, spedizione e consegna, packaging, reverse logistics. Le buone prassi, delineate da Quantis:

  1. Investire in sistemi di packaging riutilizzabili
  2. Alleggerire il packaging
  3. Investire in sistemi di packaging con materiali 100% riciclati
  4. Privilegiare veicoli elettrici per spedizione e consegna last mile
  5. Alimentare i fulfillment center con energia rinnovabile
  6. Consegnare last mile con cargo bike
  7. Ottimizzare le dimensioni dei contenuti e degli elementi del sito web
  8. Incentivare modalità di consegna alternative più efficienti
  9. Ridurre il numero dei resi
  10. Promuovere la scelta di tempi di consegna più sostenibili

Un’undicesima raccomandazione, cruciale, è quella di evitare spedizioni e-commerce transfrontaliere per via aerea: data l’intensità di emissioni di questa tipologia di trasporto, la consegna diventerebbe l’hotspot principale (73% delle emissioni per ordine di acquisto) per 1.000 km aggiuntivi percorsi in aeroplano. Per questo motivo, è sempre consigliabile posizionare lo stock in modo da poter servire i principali mercati e-commerce e garantire tempi congrui di ricezione al cliente, senza dover ricorrere necessariamente alla spedizione aerea.

Il Direttore Quantis Italia Simone Pedrazzini ha commentato così i numeri e l’approccio della ricerca: “Quello dell’e-commerce è uno dei canali più̀ dinamici e in più̀ rapida crescita su scala mondiale, che ha visto un incremento legato anche all’effetto sulle abitudini di consumo, a seguito della pandemia COVID-19. Abbiamo voluto concentrare lo studio sul settore della moda perché ha un ruolo fondamentale da giocare nella transizione verso un sistema in linea con i limiti del pianeta. Il nostro lavoro vuole supportare, a partire da metriche science-based, l’impegno del settore per ridurre l’impatto ambientale dell’e-commerce, attraverso l’esame di azioni concrete sugli hotspot nella specifica catena del valore, laddove sforzi mirati potranno generare progressi tangibili e misurabili. Siamo convinti della funzione di accompagnamento e guida che i retailer del Fashion possono avere, dialogando in un costruttivo circolo virtuoso con Brand e consumatori, per favorire l’evoluzione del sistema nella direzione della sostenibilità̀. Per questo abbiamo voluto inserire il tema recente del Nudge, con cui intendiamo la spinta gentile grazie alla quale a nostro parere Brand e Retailer possono indirizzare i consumatori nella direzione della sostenibilità, avendone la forza, l’autorevolezza e il ruolo.

I brand sono nella posizione giusta per influenzare il comportamento degli attori lungo la catena del valore, sia dal lato upstream di fornitura e logistica, sia da quello downstream dei clienti finali” conclude Michela Gioacchini, Fashion & Sporting Goods Lead Quantis Italia. “L’omnicanalità si fonda sulla centralità del consumatore e della sua esperienza di acquisto, attribuendogli necessità e plasmando le sue aspettative a prescindere dal contesto in cui agisce. In un pianeta vulnerabile e sovra-sfruttato, ripensare i modelli di business e ampliare l’offerta di prodotti e servizi, mutuando il concetto di vintage dall’oggetto moda al servizio slow, permetterà all’e-commerce provider di incorporare la sostenibilità nel valore fornito al consumatore, coerentemente con il Brand purpose ed il percorso virtuoso intrapreso dal sistema Moda in Italia”.

La ricerca completa, condotta in collaborazione con partner e rappresentanti di rilievo del settore sostenibilità e Fashion, e contributo di know-how da parte di manager di organizzazioni quali Cognizant, eCommerce Europe, Hub & Logistics, Keros, LifeStyle-Tech Competence Center, Loomish, Microsoft, NetComm Suisse, Traconf, United Nations Conference on Trade and Development e Woolrich è disponibile qui.

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Plastica 2022 – onwards: sfide, punti critici e possibili svolte

Plastic Credits

THE MAP REPORT | There are not easy solutions in a complex system. Si apre con questa citazione il lungo e documentato articolo con cui Andrea Corona, PhD e membro del comitato scientifico Quantis, fa il punto rispetto all’attualità– tra sfide, punti critici e possibili svolte – in materia di plastica, per la prestigiosa rivista digitale e cartacea in materia di sostenibilità.

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Beauty, la ripartenza passa da digitale e mercati esteri

La Repubblica | In un corposo e documentato articolo in cui, a partire dai dati di Cosmetica Italia, si descrive la ripresa dell’industria della cosmetica Made in Italy dopo la fase della pandemia, si menzionano i dati della ricerca realizzata con Advanced Design Unit Università di Bologna per e con la stessa associazione nazionale rispetto alle nuove abitudini dei consumatori ed alla spiccata preferenza per prodotti e imballaggi sempre più ecosostenibili.

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Il trucco verde c’è e si vede, dall’etichetta al packaging

Green and Blue La Stampa – La Repubblica  | L’impatto ambientale dell’industria cosmetica – a partire dai dati di Make Up the Future ; la crescente attenzione dei consumatori al Packaging ma anche buone prassi di settore in un documentato articolo che racconta di un settore ambizioso, in movimento verso la sostenibilità.

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Quantis, l’importanza della salvaguardia della biodiversità

Biodiversity Consulting and Biodiversity Strategy

Pambianco News | La moda beneficia della biodiversità in molti modi. Tuttavia, purtroppo per anni la coltivazione del cotone, l’allevamento animale e i processi produttivi della filiera moda, come la tintura o la concia, sono stati un’inequivocabile fonte di stress per la biodiversità, contribuendo in varia misura a cambiamento dell’uso di terreni e mari, sovra-sfruttamento di risorse biologiche, inquinamento, introduzione di specie invasive e, ovviamente, cambiamento climatico. Importante allora stabilire obiettivi science-based per operare entro i confini planetari, per una industry chiave.

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I cosmetici devono diventare verdi. Ecco come

Consumi e imprese sostenibili: tutto cambia, serve l’eco-consulente

Corriere della Sera – Pianeta 2021 |In un mercato che presta sempre maggiore attenzione al tema della sostenibilità, è in grande crescita anche la consulenza dedicata. Dal “diritto verde” alle risorse umane, le aziende hanno bisogno di esperti, scrive Pianeta 2021 Corriere della Sera. Siamo felici di avere contribuito con un approfondimento da parte del nostro direttore Simone Pedrazzini per raccontare il percorso che ci sta a cuore.

Pianeta 2021 Corriere della Sera Quantis

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Il presente e il futuro della sostenibilità nella filiera alimentare

Camera Nazionale della Moda Italiana guida il settore verso la sostenibilità

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The Sustainable Mag | Camera Nazionale della Moda Italiana consolida il suo impegno nella sostenibilità attraverso la pubblicazione del terzo studio sull’utilizzo di miscele e sostanze chimiche nelle filiere produttive dell’industria della moda. Un progetto, guidato dalla Commissione Chemicals di CNMI,  frutto del lavoro di diversi professionisti cui Quantis Italia ha preso parte con protagonisti quali Associazione Tessile e Salute, Smi, Federchimica, Unic-Unione Nazionale Industria conciaria, Ykk Italia e Cimac – Centro Italiano Materiali di Applicazione Calzaturiera. Un documento di valore per l’intero sistema moda Italia, nelle parole di Carlo Capasa,  presidente, raccontato nell’articolo dedicato in Italiano e Inglese.

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I dati ufficiali di quanto inquina l’industria cosmetica | Quantis su Cosmopolitan

Cosmopolitan | Facendo riferimento ai dati di Make Up the Future, ricerca sugli impatti ambientali del settore cosmetico presentata al mercato italiano nell’aprile 2021, Cosmopolitan tratteggia la necessità di “una vera e propria call to action (…) è il momento di agire per trovare le soluzioni più sostenibili per il pianeta”. E ancora, nell’articolo si legge: “L’industria cosmetica è a un bivio: bisogna smettere di inquinare”.

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Così portiamo le aziende a scuola di sostenibilità – Intervista a Simone Pedrazzini su Economy

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Misurazione, conoscenza, cambiamento: la Climate Strategy secondo Quantis

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Quali tecnologie per un’agricoltura più sostenibile in Europa?

Wired | Anche geoFootprint di Quantis, che utilizza la tecnologia satellitare per mappare gli impatti ambientali delle colture su scala globale, nell’articolo di Wired che evidenziava il contributo positivo della tecnologia alla sostenibilità della supply chain alimentare, insieme ad esempi positivi rispetto ad utilizzi innovativi della tecnologia, in particolare da parte di start-up come Freight farms, BIGHBIOMEDE.

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Make Up the Future su Pambianco Beauty

Pambianco Beauty | Il Cosmetics Report Quantis Make Up The Future è stato presentato su Pambianco Beauty, in un articolo che delinea sia i problemi principali che l’industria cosmetica globale deve affrontare, sia la tavolozza dei soluzioni basate sulla scienza che costruiranno la resilienza aziendale. A corredo, le parole di Simone Pedrazzini, Direttore Quantis Italia. Secondo Simone tutta la Business community in pochi anni ha compiuto un importante passaggio verso la sostenibilità: “In passato un obiettivo perseguito da più attori ma in modo a volte discontinuo, oggi è una strada maestra nelle agende delle organizzazioni sovranazionali, dei governi e delle politiche industriali (…)  Il nostro obiettivo è tracciare il percorso verso la vera sostenibilità grazie alla formazione di tutti gli attori e alla diffusione di buone pratiche che partano dalla misurazione e dall’analisi dei dati, per un vero cambio di direzione”.

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